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Contro la poverta' che colpisce chi ha piu' di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione, l'Inps propone di reperire risorse in vari comparti tra cui 250.000 pensioni d'oro e oltre 4.000 percettori di vitalizi.
"Ci sono costi limitati a carico di circa 230.000 famiglie ad alto reddito (appartenenti perlopiu' al 10% della popolazione con redditi piu' alti) che si vedono ridurre trasferimenti assistenziali loro destinati in virtu' di una cattiva selettivita' degli strumenti esistenti. Tra i potenziali perdenti - sottolinea l'Inps - anche circa 250.000 percettori di pensioni elevate, legate in gran parte all'appartenenza a gestioni speciali, e non giustificate dai contributi versati durante l'intero arco della vita lavorativa, oltre che piu' di 4.000 percettori di vitalizi per cariche elettive. Infine, i lavoratori con lunghe anzianita' contributive (ma che hanno iniziato a lavorare dopo il compimento del diciottesimo anno d'eta') che decidessero di accedere a pensioni anticipate, si vedrebbero applicare una riduzione di queste prestazioni che puo' arrivare fino al 10%."
Si tratta di una platea di circa 30.000 persone all'anno e in via di riduzione. Da valutare peraltro se la presenza di correzioni attuariali renda non piu' necessaria l'indicizzazione alla speranza di vita dei requisiti contributivi per l'accesso alle pensioni anticipate (ad esempio congelando i requisiti a 43 anni per gli uomini e 42 anni per le donne). Infine non rende piu' possibile per i dirigenti sindacali applicare alla contribuzione aggiuntiva le regole di calcolo piu' vantaggiose presenti per la gestione pubblica fino al 1992". Nel dettaglio l'Inps, nel documento "Non per cassa ma per equita'", che contiene le ipotesi normative elaborate dall'Istituto e consegnate al Governo nel giugno 2015, avanza "un pacchetto di proposte che va a beneficio dei contribuenti attuali e futuri in quanto riduce il debito pensionistico implicito. Abbatte del 50% la poverta' fra chi ha piu' di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Mentre aumenta la sostenibilita' finanziaria del sistema previdenziale, lo rende piu' equo e dunque anche socialmente piu' sostenibile. Aumenta la liberta' di scelta quanto alla data da cui si decide di percepire la pensione imponendo equiparazioni di trattamenti fra chi ottiene la pensione prima e chi la ottiene dopo; questo contribuisce ad aumentare il benessere delle famiglie e a rendere piu' efficiente la gestione del personale da parte delle imprese, facilitando la ristrutturazione dell'industria italiana". Si agevola anche "il turnover nella pubblica amministrazione, liberando posti per nuove competenze. Semplifica il sistema e rimuove le penalizzazioni in essere per lavoratori che hanno carriere fra il pubblico e il privato oltre che fra gestioni diverse". Dal punto di vista congiunturale, "ha un contenuto espansivo ma senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici dato che complessivamente porta a ridurre il debito pubblico".
(AGI) .