Interviste

L'intervista

di Angela Curatolo

"Un pensiero a tutti quei prepotenti e rosiconi che non sanno ridere di se stessi:ma fateve 'na risata e vaffanculo,che ve passa pure er colesterolo!!! Viva l'ITALIA che resiste." ( Alessandro Di Carlo FB)

“Siete interessati a me, ma che volete?” Con Alessandro Di Carlo, cabarettista o, come dicono gli americani, Stand up comedian, doveva essere “un'intervista“, in realtà, dopo un terzo grado, lui a me, ha preferito aprirsi e lasciarsi semplicemente vedere così com'è.

Durante i suoi spettacoli bacia e abbraccia le persone del pubblico, “Del mio sudore non si è mai schifato nessuno, anzi, una signora mi ha detto 'sono 4 volte che vengo e nun m'hai abbracciato', lo faccio soprattutto con gli uomini, con le donne non mi permetto”.

Pretenzioso riuscire a saperne di più su Alessandro Di Carlo, solo con qualche domanda, è completamente sprovvisto di risposte da manuale, ciclostilate. “ Ma famme capì dai, tu me fai la domandina e io te do la risposta, non è così che funziona, se famo na chiacchierata, è più umano, più vero”. E' dirompente, un fiume in piena, oratore che riesce sempre a cogliere l'attenzione dell'interlocutore con l'effetto sorpresa, portandoti sul terreno che preferisce. E' imprevedibile, impossibile fermarlo.

Le parole chiave che si percepiscono sono dignità, affetto, passione, valori.“Il sogno è il fotovoltaico dell'Anima”. Nei sui monologhi, sagaci e divertenti, scuote, allarma e infine calma le coscienze; al centro ci sono i sogni, le emozioni, speranze, l'incoraggiamento a esseri più umani abbandonando la legge delle statistiche. “Ma che non lo so che questo mondo è in mano a 4 figli di puttana, ma è bello sognare, si può sognare??”

Impossibile cucirgli addosso un vestito, la sua personalità è questa, la mostra e la difende a oltranza, “ho il coraggio di dire cose che nessuno si sogna, forse perchè hanno paura di perdere chissà cosa, io l'unica cosa che ho paura di perdere è l'Anima”. E' ben conscio di essere un idealista, “io sono fatto così, non posso essere un altro, sono cresciuto imparando dagli uomini e dalle donne che ho conosciuto, sin dalla mia infanzia, non riesco proprio a essere diverso”.

Un vero artista insomma che tiene al suo lavoro, non tradisce il pubblico che lo segue, resistente ai compromessi, sfuggente all'etichetta, alla marchiatura a fuoco mediatica, sarà molto difficile sentire un tormentone nei suoi spettacoli. Di Carlo preferisce instaurare un legame umano, diretto con il pubblico.

Mai chiedergli se il suo modo di fare è autentico o è un personaggio che interpreta! “Lascio al tuo cuore capirlo” Dice prima dolcemente e poi “Ma che je chiedi all'oste se il vino è bbono, quello te dice certo. Decidi tu come è. Se nun te piace lo sputi, io ti offro il vino se non lo vuoi buttalo, nun m'offendo”. Meno male che io non gliel'ho chiesto...L'unica cosa che riesco a domandare è: “hai mai pensato di scrivere un libro?” Apriti cielo, “tutti scrivono libri, chiunque può scrivere un libro, io sono un parlatore...che Socrate scriveva libri? Io nun me metto a scrive libri”.

Buffo, rumoroso nei contenuti, caustico, ironico, preparato, intelligente, questo è Di Carlo. Ti spinge a ragionare non escludendo il cuore, forse un po' incompreso dai tempi, “la miglior agente che potrei avere è mia madre purtroppo non c'è più”, afferma. Rappresenta il futuro della comicità reattiva al cinismo odierno, all'audience, alle dure leggi di mercato. “A me piace molto parlare d'amore – dice – tutti quelli che lo hanno fatto sono morti ammazzati, Socrate, Gesù, Martin Luther King, Malcolm X”.

I tuoi ultimi impegni? “Quando vedete er manifesto significa che sono in città”. Sembra un pò burbero ma poi ci salutiamo e mi dice, “E' stata la più bella chiacchierata dell'anno”.

Si può cavalcare la storia, a volte, senza esserne consapevoli. E' quello che rischia di accadere con Alessandro Di Carlo.

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