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BAlzelli d'Italia, le cento tasse assurde

A compilare il dossier "Balzelli d'Italia" è stata la Confesercenti, che lo ha presentato oggi a Roma. Si paga ancora la tassa sull'Abissinia o quella sull'ombra. Cento trappole che sfiniscono gli italiani. Il presidente Marco Venturi lancia una proposta: abbattere almeno del 25% le incombenze e ridurre dal 43,5 al 39,5% la pressione fiscale in quattro anni.

 

Una tassa per la bandiera, e esponi i tricolore, a Desio un albergatore ha pagato 280 euro di multa, per non averla pagata. Una per raccogliere i funghi o pescare. Adempimenti fiscali per tasse macabre, da quella sul morto a quella sui tumuli, da quella sul feretro a quella sui lumini. Il sistema tributario italiano non risparmia nessuno, secondo il rapporto di Confesercenti 'Balzelli d'Italia. Fisco: le cento trappole per imprese e famiglie'. Il presidente Marco Venturi lancia una proposta: abbattere almeno del 25% le incombenze e ridurre dal 43,5 al 39,5% la pressione fiscale in quattro anni.



L'italiano è esausto, non è possibile pagare che esista la

tassa sulla benzina per finanziare la guerra di Abissinia. Esiste dal 1935 ed a questa si sono aggiunte, negli anni, le accise per la crisi di Suez, per il disastro del Vajont, per l'alluvione di Firenze, il terremoto in Friuli, le missioni in Libano e Bosnia. Sembra che a fare il pieno si risolvano i problemi dell'Italia e del mondo. Purtroppo così non è; l'unica cosa certa è che oggi chi fa benzina paga 0,25 euro a litro per queste "cause".

 La tassa sui gradini, quella sui ballatoi, riesumata dal Comune di Agrigento nel 2008 e va pagata dai condominii che abbiano ballatoi prospicienti sulla strada pubblica. La tassa sull'ombra: se con la sporgenza della tenda di un locale, il proprietario "invade" il suolo pubblico deve pagare l'imposta per l'occupazione del suolo pubblico.

Per non parlare della tassa sulle suppliche: sono soggetti ad imposta le istanze, petizioni, ricorsi e relative memorie diretti agli uffici dell'amministrazione dello Stato tendenti ad ottenere l'emanazione di un provvedimento. Questi sono soltanto alcuni dei balzelli d'Italia, alcune delle cento trappole che il fisco italiano tende ad imprese e famiglie.

Nel 2011, per le Pmi, si contano ben 694 scadenze che sottraggono alla gestione dell'impresa oltre 285 ore di lavoro, 60 ore in più rispetto alla media europea. Nella classifica Ocse della pressione fiscale l'Italia occupa il terzo posto, con il 43,5% di prelievo fiscale.

Di risposta il governo introduce altre tasse come quella di soggiorno che, assieme all'elevata Iva sul turismo, non fanno altro che scoraggiare un settore molto importante per l'economia italiana. Oltre a scoraggiare i turisti, l'Italia mette una gabella anche sugli sposi: a Roma, ad esempio, per sposarsi in Campidoglio nel week-end bisogna pagare 200 euro; 150 euro se ci si sposa nei giorni feriali. Dalla tassa sugli sposi il Comune di Sorrento incassa, addirittura, 6 milioni di euro all'anno.

Ci sono imposte anche sui frigoriferi, sulla musica nei bar, sulle Tv, sulle invenzioni ed anche la tassa sui registri e libri sociali. "Quando si vota tutti i soggetti, dai Governi agli Enti locali, si presentano come innovatori e promettono di ridurre la pressione fiscale - ha concluso il Presidente di Confesercenti - ma poi questo non succede mai. Forse dovremmo mettere una tassa salata sulle promesse non mantenute. La Confesercenti auspica che si arrivi al più presto ad una riforma che faccia giustizia di questo bestiario fiscale".

 

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