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Abruzzo: reazioni ultrasoniche piezonucleare”

 

Nuove scoperte del CNR parlano di nucleare pulito, reazioni ultrasoniche e la regione Abruzzo ha votato a favore dello sviluppo e applicazione di questa strada. Attenzione, però, solo nell'ambito sanitario.

Cosa sono?

 

 “Grande soddisfazione per l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale di martedì scorso, della risoluzione inerente allo sviluppo e applicazione delle reazioni ultrasoniche piezonucleare” è stata espressa dall’avvocato Emiliano Di Matteo, vicepresidente del gruppo PdL in Consiglio. “Il voto favorevole di tutti i gruppi consiliari presenti in aula – sottolinea Di Matteo, primo firmatario del provvedimento – dà ancora più forza all’indirizzo politico in esso contenuto, che è quello di impegnare presidente e assessore regionale competente a porre in essere misure di sostegno finanziario per lo studio e l’applicazione industriale delle reazioni ultrasoniche piezonucleari scoperte dal Consiglio nazionale delle Ricerche.

Le reazioni piezonucleari producono energia, com’è evidenziato dalla consistente evaporazione delle soluzioni, e, come già sottolineato, non danno luogo a scorie radioattive in quanto impiegano “combustibile” stabile. Inoltre, un esperimento effettuato irradiando con ultrasuoni una soluzione contenente torio ha mostrato un dimezzamento della vita media del torio e quindi un’ accelerazione del suo decadimento. Ciò implica che le reazioni piezonucleari possono svolgere un ruolo anche nello smaltimento delle scorie radioattive. Possibili applicazioni industriali sono attualmente allo studio.”

 L’esponente del PdL chiarisce e spiega: "Non si tratta tanto di produrre energia, per quanto preziosa possa essere in un paese, quale il nostro, che sopporta i costi della dipendenza energetica nei confronti di altri perché è importante evidenziare come i risultati di tali indagini potrebbero produrre principalmente un forte impatto sullo sviluppo in ambito sanitario di terapie antitumorali neutroniche e efficaci tecniche decontaminanti di smaltimento delle scorie radioattive in ambito ambientale”.

Come funziona questa nuova scoperta?

Sotto opportune condizioni di potenza e frequenza, gli ultrasuoni producono nei liquidi il processo di cavitazione, ovvero la formazione di bolle di gas che successivamente implodono. A causa della tensione superficiale, gli atomi degli elementi presenti nel liquido rimangono intrappolati sulla superficie della bolla. Quando questa implode, gli atomi sono forzati ad avvicinarsi superando la barriera colombiana, e i loro nuclei si fondono. In altri termini, le superfici delle bolle prodotte dalla cavitazione si comportano come tanti acceleratori inerziali.

“Gli ultrasuoni possono produrre nei liquidi reazioni nucleari. Questo in sintesi il risultato delle ricerche, sia teoriche che sperimentali, condotte nell’ ultimo decennio dai fisici Fabio Cardone del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Roberto Mignani dell’ Università “Roma Tre”. (http://www.archivionucleare.com/index.php/2008/07/04/reazioni-piezonucleari-pressione-ultrasonica/)

Ciò che la nostra regione ha approvato non riguarda l'energia ma l'impiego nell'ambito sanitario e la ricercva in questo senso e perciò il primo passaggio, “concordato con il presidente Chiodi”, è la formazione di un gruppo di lavoro da far indicare alla IV commissione competente e di cui faranno parte, oltre al presidente Argirò, un membro di maggioranza e uno di minoranza. “Trasparenza e condivisione – spiega ancora Di Matteo – saranno le parole d’ordine di questo percorso, in cui il gruppo di lavoro affiancherà presidente, assessori e uffici regionali competenti, che auspico conduca in tempi brevi alla nascita in Abruzzo di un Centro Nazionale Ricerche Nuove Energie per lo sfruttamento di quanto brevettato dal CNR.

 "La formazione di un tavolo istituzionale proprio il CNR e l’ENEA – che hanno espresso il loro compiacimento per la nostra iniziativa, trovando nella Regione Abruzzo, prima Regione italiana ad assumere una iniziativa del genere, un interlocutore affidabile su temi così all’avanguardia – rappresenterà il primo passo verso quel Centro di Ricerca la cui realizzazione, conclude Di Matteo, sarebbe un vero motivo di orgoglio per una Regione verde e nello stesso tempo in grado di esprimere invidiabili eccellenze scientifiche”.

 

 

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