Il governo Lega-M5s con a capo Conte è realtà, con il giuramento del neo presidente del Consiglio e dei suoi ministri 18 ministri al Quirinale nasce formalmente. Giuseppe Conte ha pronunciato da presidente del Consiglio il giuramento di fedeltà alla Costituzione al Quirinale, davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Subito dopo di lui, hanno ripetuto la formula i neo vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. A tutti il Presidente della Repubblica ha rivolto, dopo la stretta di mano, gli auguri.
Il giuramento di oggi è solo il primo passo, l'esecutivo diventerà operativo a partire dalla settimana prossima, con il voto di fiducia che sarà votata prima dall'aula di palazzo Madama e che potrebbe tenersi alle 12 di martedì 5 giugno, come si evince dalle comunicazioni che alcuni gruppi hanno inviato ai loro senatori, raccomandando la presenza a Roma già dal giorno prima. Basso il margine di seggi in Parlamento per la maggioranza gialloverde di Lega e M5S: 6 a Palazzo Madama e 31 a Palazzo Chigi. Primo governo della terza Repubblica, che dovrà affrontare molte criticità, ostacoli per manenere quella promessa di cambio passo.
Intanto l'Unione europea ha espresso "piena fiducia nella capacità e nella volontà del nuovo governo" italiano "a impegnarsi in modo costruttivo con i partner europei e con le istituzioni dell'Ue per sostenere il ruolo centrale dell'Italia nel progetto europeo". L'Italia, ha sottolineato Bruxelles "è un membro fondatore dell'Ue, un partner fidato ed indispensabile". "La vostra nomina avviene in un momento cruciale per l'Italia e per l'intera Ue - scrive in una lettera di congratulazioni il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk -. Per superare le sfide comuni che abbiamo davanti, servono più che mai unità e solidarietà. Credo fortemente che la nostra comunità potrà prosperare solamente se si basa su un dialogo rispettoso e sulla collaborazione leale, cose che farò del mio meglio per assicurare". "Non vedo l'ora di lavorare con voi nel Consiglio Europeo e nel G7", aggiunge Tusk.
Priorità in agenda del nuovo governo
Flat tax e reddito di cittadinanza. Ma anche pensioni e lavoro. Sono questi i primi dossier che il premier in pectore Giuseppe Conte si troverà sulla scrivania a Palazzo Chigi. Misure che si affiancano a quelle già elencate nel programma di governo pentaleghista legate a sicurezza, giustizia e immigrazione. Temi e impegni che andranno affrontati tenendo uno sguardo ai mercati internazionali e all'Europa, senza perdere di vista la bussola rappresentata dal rispetto dei principi costituzionali.
PENSIONI - Tra i primi passi che potrebbe muovere il nuovo governo c'è sicuramente uno dei cavalli di battaglia del programma pentaleghista: il superamento della legge Fornero. Con un eventuale decreto estivo, arriverebbero subito lo stop all'Ape sociale e il via a 'opzione donna'. Per quota 100 (ossia la somma di età e anni di contributi) si dovrebbe attendere la legge di bilancio.
FLAT TAX - La Flat Tax con aliquote al 15 e al 20%, illustrata nel contratto di governo giallo-verde, dovrebbe essere uno dei capisaldi della prossima legge di bilancio, ipotizzando una sua entrata in vigore dal primo gennaio 2019. Al suo fianco dovrebbe arrivare un taglio delle tax expenditures cui verrà chiesto di garantire una buona parte delle coperture per la flat tax.
PACE FISCALE - Si chiama 'pace fiscale' il progetto targato Lega-M5S che consiste in una maxi rottamazione delle cartelle esattoriali. Ora è uno dei pilastri del nuovo governo. Al momento si starebbe valutando attentamente l'impatto che la pace fiscale gialloverde potrebbe avere sulla definizione agevolata dei ruoli attualmente in corso. E che ha visto l'adesione di 950mila debitori da cui l'erario attende 2 miliardi di euro per il 2018-2019.
TAGLIA LEGGI - Uno dei pilastri di un possibile decreto estivo potrebbe essere un intervento taglialeggi e un pacchetto di misure sburocratizzazione già abbozzato dallo stesso Conte che proprio per questo motivo era stato inserito nella lista dei ministri in pectore del M5S presentata da Di Maio.
CENTRI PER L'IMPIEGO - Nel pacchetto di misure urgenti da varare eventualmente già nelle prossime settimane è destinata a rientrare anche la riforma dei centri per l'impiego, cara ai Cinquestelle. Misura che dovrebbe andare di pari passo con il rafforzamento della dote attualmente a disposizione del reddito d'inclusione da far scattare con la prossima manovra.
REDDITO DI CITTADINANZA - Tra le misure in programma c'è poi il reddito di cittadinanza, che prevede 780 euro mensili per chi ha perso il lavoro. Un parametro basato sulla scala Ocse per nuclei familiari più numerosi. "L'erogazione del reddito di cittadinanza - si legge nel contratto di governo - presuppone un impegno attivo del beneficiario che dovrà aderire alle offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego (massimo tre proposte nell’arco temporale di due anni), con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta".
In materia lavoro si pensa anche di introdurre per legge un salario minimo orario e una revisione del 'libretto famiglia' che ha sostituito i vecchi voucher. L'obiettivo è introdurre "un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi, attivabile per via telematica attraverso un'apposita piattaforma digitale, per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio".
IMMIGRAZIONE - Una delle prime misure sul tavolo del governo Conte sarà quella legata all'immigrazione. Nel contratto di governo, M5S e Lega puntano alla revisione del regolamento di Dublino, con il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'Ue. "Nell'ottica di una gestione delle risorse pubbliche efficiente e congruente con le azioni politiche da attuare -si legge nel contratto di governo - occorre, quindi, procedere a una revisione dell'attuale destinazione delle stesse in materia di asilo e immigrazione, in particolare prevedendo l'utilizzo di parte delle risorse stanziate per l'accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri".
LOTTA ALLA CORRUZIONE - Tra le mosse del governo Conte c'è inoltre la lotta alla corruzione. Il programma di governo prevede il Daspo per i corrotti e corruttori, il potenziamento della prevenzione, e l'introduzione della figura dell''agente sotto copertura', oltre alla valutazione della figura dell'agente provocatore in presenza di indizi di reità, per favorire l'emersione dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione.
Matteo Salvini è "felice", il vice presidente avrà tanto lavoro da svolgere. Non c'è solo la questione dei migranti sul tavolo del neo ministro, c'è anche il dossier sui beni confiscati alla mafia. E' lo stesso neo vicepremier e ministro dell'Interno che lo anticipa rispondendo ai giornalisti all'uscita del Quirinale dove si è appena conclusa la cerimonia di investitura del nuovo governo. Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano quale sarà il primo provvedimento del neo ministro e se eventualmente fosse sulla questione dei migranti, Salvini risponde: "Ve lo comunicheremo. C'è anche tutto il dossier sui beni confiscati e sequestrati ai mafiosi".
Luigi Di Maio, l'altro vice premier, dice "Ora al lavoro per dare lavoro" uscendo dal Quirinale dopo il giuramento del nuovo governo. "Mi occuperò dello Sviluppo Economico e del Lavoro perché è ora di far ripartire il Paese, di mettere da parte la Fornero, di istituire il Reddito di Cittadinanza e il salario minimo orario. E lo faremo" aveva sottolineato poco prima postando su Facebook un selfie della squadra. "Siamo la squadra del Movimento 5 Stelle nel governo del cambiamento e siamo al vostro servizio! Ci vediamo sabato alle 19 a Roma - conclude Di Maio - in piazza della Bocca della verità per festeggiare tutti insieme". All'uscita Paolina Esposito, la mamma di Luigi Di Maio, si è detta "emozionata e orgogliosa". "Mio figlio è stato bravo" ha aggiunto.
Ultima nota. Il neonato governo giallo-verde conta 5 donne (2 della Lega e 3 del M5S): Elisabetta Trenta come ministro della Difesa, Giulia Bongiorno come titolare della Pubblica Amministrazione, Giulia Grillo come ministro della Salute, Barbara Lezzi come capo del ministero per il Sud e Erika Stefani come neo ministro degli Affari regionali e autonomie.