Biglietti: Intero € 12, ridotto € 10.
In "In nome del padre" Mario Perrotta, accompagnato nella drammaturgia dal supporto psicanalitico di Massimo Recalcati, veste i panni paterni nel primo capitolo di una nuova trilogia dedicata alla famiglia. «Padre è una parola che riempie il mio quotidiano di nuove sfide e preoccupazioni. Ho bisogno di ragionarci attraverso gli strumenti che riconosco miei per inchiodare al muro i padri sbagliati che vorrei evitare di essere» scrive nelle note di regia. Con ironia e sarcasmo, «per esorcizzare queste mie paure», Perrotta proietta e sintetizza «nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica e condizione lavorativa». Tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio. «Gli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l'orizzonte comune dei tre genitori maschili che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un'unica figura». Il festival "La cultura dei Legami" proseguirà domenica 9 febbraio con "Antropolaroid", di e con Tindaro Granata, per la prima volta in Abruzzo.