Gli argomenti sulla fusione di Montesilvano con Spoltore, Pescara sarebbero stati tanti e determinanti: consesso pescarese che decide sulla gestione economica delle risorse anche della terza città d'Abruzzo, il rischio di diventare ufficialmente quartiere dormitorio. Senza un governo cittadino, a chi rivolgersi? Come saranno impiegate le tasse dei comuni annessi? La fusione delle casse comunali? La burocrazia? I servizi? Il commercio?
I montesilvanesi, tranne qualche sporadica iniziativa cittadina, hanno dato forfait senza discuterne, i politici locali, pensando nel 2014 che mai sarebbe avvenuta, alcuni stanchi della solita gestione montesilvanese. Intanto ci sono residenti che ignorano ancora questa eventualità.
Il referendum Grande Pescara non necessitava di quorum, dopo la modifica della legge regionale, nonostante questo sono mancate in città le occasioni di confronto, tutti sembravano concordi.
Senza accurate riflessioni come la burocrazia ad esempio: rifare i documenti, eliminare le vie doppie e cambiare nome, come fece notare Carlandrea Falcone qualche tempo fa.
Oggi mancano solo 12 mesi “all'ora x fusione boom!” e i politici cominciano ad affrontare la questione con più accuratezza, insomma cavalcano come sempre.
Nel 2014 nessuno si espose più di tanto, alcuni candidati a consigliere comunale a Montesilvano ignoravano, evadevano, mai una presa di posizione.
Solo i candidati sindaci si sono espressi chiaramente e con coerenza, bisogna ammetterlo. Il sindaco Maragno parlava e parla di fusione a freddo, l'ex sindaco Di Mattia è stato sempre a favore, Marco Forconi è ed era per il no. Solo il M5s era per fondere quei comuni al di sotto dei 5mila abitanti, come ripeteva Manuel Anelli, ed oggi perora la causa della fusione in nome del risultato di quel referendum di cui non parlarono in campagna elettorale. Per gli altri candidati era un si.
Il risultato del referendum consultivo cambierà molte cose e per Montesilvano potrebbero peggiorare.
Chi, tra i politici montesilvanesi, dimostratesi sempre poco avvezzi alla battaglia, avrà la verve e la tecnica per difendere il quartierone Montesilvano? Se un giorno qualcuno decidesse, ad esempio, di impiantare un termovalizzatore, la cui eventualità che si debba costruire in Abruzzo non è totalmente scampata, chi si batterà?
A Pescara chi difenderà Montesilvano?
Perchè i cittadini sono stati spinti a votare per fondersi con Pescara e Spoltore?
Se Montesilvano avesse garantito i servizi, piazze, luoghi di passeggio, teatri, musei, insomma una gestione normale come in tutte le cittadine europee da oltre 54 mila abitanti, forse i montesilvanesi avrebbero esitato a mettere la croce sul Si alla fusione.
Eppure chi avrebbe potuto fare non ha fatto nulla in questi ultimi anni. E' come se tutti portassero, tacitamente, Montesilvano all'eutanasia, nonostante goda di ottima salute. E' solo trascurata, poco amata, messa da parte proprio da chi ci tiene a questa fusione.