L'accorato intervento di Domenico Galasso, attore e regista per la ripartenza del mondo culturale e teatrale. La riflessione nasce proprio dalla difficoltà di far ripartire l'innovativo progetto del Piccolo Teatro Orazio Costa di Pescara.
L'intervento dell'attore e regista Domenico Galasso sull'emergenza culturale.
"Siamo al lavoro con la programmazione per la progettazione e la produzione dell'offerta che farà parte della prossima stagione e, dunque, del Progetto Studium, col quale proponiamo alle scuole una diversa e nuova modalità di relazione col Teatro. Tra i materiali a cui stiamo lavorando ci sono due reading tratti da testi di John Fante. Si tratta di alcuni capitoli da La strada per Los Angeles e di una riduzione da Full of Life, materiali coi quali abbiamo una decennale, appassionata frequentazione, avendo partecipato a molte edizioni del festival di Torricella Peligna (Ch) Il dio di mio padre".
Domenico Galasso spiega cosa si sta preparando.
"Molto importanti per noi sono la valorizzazione e la promozione dei materiali di autori legati al nostro territorio. Negli anni passati abbiamo lavorato su testi di G. d'Annunzio in occasione, per esempio, del 150° anniversario della nascita del Vate, in collaborazione con i docenti Gianni Oliva e Mario Cimini. Poi, abbiamo collaborato per alcune lezioni-spettacolo, formula che ha più volte mostrato la sua efficacia sugli spettatori e che replicheremo con un ciclo di incontri tematici:
- D'Annunzio e l'Abruzzo - la scrittura e la sua "cuna terrestre"; • D'Annunzio ovvero il Profeta della Bellezza; • D'Annunzio autobiografico- come si crea un personaggio.
Con la speciale formula dello spettacolo sensoriale proporremo una rielaborazione del Notturno, per spettatori bendati, materiale molto interessante e di elevatissima elaborazione linguistica nella produzione del Vate, forti dell'esperienza su materiali tratti dall'Inferno di Dante Alighieri. Per quanto riguarda le repliche previste in estiva di E quindi uscimmo a riveder le stelle, ovvero l'Inferno di Dante Alighieri per spettatori bendati stiamo studiando una formula diversa, per garantire assoluta sicurezza nel pieno rispetto delle regole del distanziamento fisico. La messa in scena ha avuto moltissime repliche ed un elevato gradimento dal pubblico pescarese. Dal 2012 lavoriamo sui materiali teatrali della produzione di Luigi Antonelli. In special modo abbiamo più volte presentato al pubblico il nostro studio intorno ad uno dei suoi testi più affascinanti e, allo stesso tempo, meno conosciuti: mi riferisco a L'isola delle scimmie che per la prima volta presentammo in collaborazione con l'Estate Musicale Frentana col gruppo del laboratorio di Lanciano-Mozzagrogna con una matinée per gli studenti e in serale per il pubblico di Lanciano. Luigi Antonelli è un autore che ha profondamente ispirato Pirandello fino ai limiti di una rielaborazione dei suoi temi. Le nostre due ultime produzioni sono state su testi molto avvincenti e hanno ricevuto un notevole apprezzamento. Mi riferisco a Carbonio, il reading che abbiamo voluto per celebrare il centenario della nascita di Primo Levi e che abbiamo replicato anche all'Università G. d'Annunzio e poi in collaborazione con l'Università di Varsavia Artes Liberales, insieme col docente Stefano Redaelli, all'Istituto Italiano di Cultura di Varsavia (a causa dell'emergenza covid - 19, poi, abbiamo dovuto rinunciare alle repliche previste per lo scorso aprile per il Liceo Statale G. Marconi).
E in occasione del bicentenario della nascita di Herman Melville mi riferisco anche al debutto in forma spettacolare di un lungo e interessante lavoro di drammaturgia sul Moby Dick dal titolo La Balena, già visto da più di cinquecento spettatori e molto apprezzato dalle scuole pescaresi. In scena l'attore abruzzese Alfredo Troiano, che firma la drammaturgia. Si tratta del secondo spettacolo sul tema del viaggio - il primo fu nel 2017 Abitare la possibilità, andato in scena a Roma, da un'idea di Stas' Gawronski, anche lui sul palco, insieme con Alfredo Troiano e Selene Gandini, presso il Teatro La Cometa Off di Roma. Nel lungo periodo abbiamo in animo di trasformare in trittico il progetto con una nuova produzione. Siamo presenti sul territorio con prestigiose collaborazioni che continuano negli anni con enti che ci onorano della loro attenzione: la collaborazione con l'Università G. d'Annunzio, espressa in passato attraverso il docente di Storia della Letteratura italiana Gianni Oliva e attualmente con Mario Cimini per quanto riguarda il Dipartimento di Lettere Arti e Scienze Sociali, presso il quale io stesso curo il Laboratorio di lettura interpretativa e dizione. Da segnalare anche la collaborazione con il Gruppo StemTeCh, team di ricerca sulle cellule staminali guidato dalla Prof.ssa Assunta Pandolfi, che ogni anno ci invita a partecipare con un nostro intervento di natura artistica all'importantissimo evento internazionale Unistem Day".
"Come per ogni settore anche per i teatri e per gli enti che fungono da centri di aggregazione della cultura teatrale il colpo inferto dalla pandemia allo svolgimento delle attività è stato gravissimo ed i suoi effetti si protrarranno ben al di là della data ufficiale di riapertura. Inutile ripetere che la riapertura dei teatri il 15 giugno, alla fine della stagione e del periodo dei laboratori annuali, senza un fattivo conforto delle istituzioni non permetterà né il recupero delle attività perse fino a questo momento, né una piena ripresa delle stesse. Purtroppo ciò risulta incomprensibile ai più: anche a livello nazionale si fatica a far comprendere la gravità della condizione di un settore fragile sempre e in questo momento esposto in modo pericoloso. Senza troppi filosofemi, noi abbiamo preferito sospendere del tutto le attività evitando anche l'opzione di una prosecuzione telematica delle attività. Siamo convinti che le cose non si debbano fare ad ogni costo e privare l'esperienza teatrale - mi riferisco anche all'allenamento e alla preparazione dell'attore - dell'imprescindibile relazione prossemica dei corpi in scena tra loro e dei corpi in scena con i corpi in platea significhi snaturare l'essenza stessa dell'esperienza teatrale. Il teatro è già di per sé un lavoro sull'assenza. Sull'assenza di tutto tranne che dei corpi. Proprio qualche giorno fa mi è capitato di ripensare ad un lavoro messo in scena alla fine di un laboratorio teatrale presso il Liceo Classico di Pescara teso ad investigare la relazione tra teatro e città. Mi ero imbattuto in una immagine emblematica, all'epoca del lavoro, di quelle che sintetizzano con potenza e nitidezza un concetto anche molto complesso. Si tratta di un vaso greco, la cui decorazione è attribuita al ceramista Duride ed è conservato in una sala del Kimbell Art Museum di Fort Worth, nei pressi di Dallas. La località ha un ulteriore legame con la nostra città in quanto sede di uno degli stabilimenti in cui, durante la seconda guerra mondiale venivano costruiti i B-24 Liberator che nel '43 partivano dalla costa africana per bombardare le città italiane. Pescara subì dei bombardamenti inutili e devastanti per cui è stata conferita la Medaglia d'oro al merito civile. Dioniso siede sorridente sul trono, torce il busto a favore dello spettatore e regge una coppa con del vino. Ruotando intorno al vaso scopriamo come la scena si sviluppi, sotto i nostri occhi, come il piano sequenza di un film: mentre un satiro suona soffiando nel suo flauto doppio, alcune baccanti danzano intorno al dio e gli rendono onore, mentre stringono tra le mani i brandelli di un corpo straziato. Ruotiamo ancora: siamo, adesso, esattamente in posizione opposta rispetto al dio: ecco due menadi che sorreggono dalle braccia un corpo monco da cui pendono viscere scoperte. Si tratta di Penteo, il mitico re di Tebe, dilaniato per non aver accettato di accogliere il culto di Dioniso. Se Dioniso è il Teatro, Penteo è la città che lo rifiuta e non accettandolo perde se stessa e il proprio corpo, senza capire perché. Certamente è un monito, questo, valido per tutti, in ogni particolare ambito di competenza, fino a chi governa e guida la nazione".
Domenico Galasso, attore e regista, direttore Piccolo Teatro Orazio Costa, Pescara
Domenico Galasso di Pescara, si è formato all'Accademia D'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma studiando con Orazio Costa, Andrea Camilleri, Mario Ferrero. Appartiene a quell'eccezionale annata di attori italiani suoi compagni di corso come Alessio Boni, Gigi Lo Cascio, Pierfrancesco Favino,Fabrizio Gifuni. Ha lavorato con lo Stabile dell'Aquila e con diversi teatri italiani anche come regista; ha insegnato all'Accademia di Belle Arti di Brera. Come attore ha partecipato a decine di fiction per la Rai come Don Matteo e per Mediaset come nel Prescelto. Lavora da anni per una nuova pedagogia dell'attore con seminari formativi in Abruzzo e in Italia, collabora con università italiane e straniere per progetti teatrali e letterari.
Il Piccolo Teatro Orazio Costa di Pescara in via d'Annunzio 29 è nato poco più di un anno fa con una capienza di circa 80 spettatori, da rimodulare con le nuove regole di distanziamento sociale. Intende anche contribuire ad un'opera di rivalutazione della zona di Pescara Porta Nuova e non a caso sorge a due passi dallo storico Teatro Michetti. Si propone come un centro di formazione dell'attore a livello di principiante e di seminari avanzati, oltre che con l'obiettivo di produrre spettacoli originali.