"Serve il pane. Ma per dare senso alla vita, che non sia solo un trascinarsi tra un pasto e l’altro, occorrono anche le rose".
"Occorre anche la poesia. E le città devono contenerla, in qualche segno. Quella piccolissima abitazione marinara, colorata di cielo e di mare, nel quartiere degli ex- pescatori, è narrazione ineguagliabile della storia sociale e culturale della Pescara marinara. In quale altro luogo, se essa scomparisse, si potrebbe rinvenire testimonianza abitativa di questa cultura che pure è fondativa di Pescara, nata tra la pineta e il fiume ? C’è, più in là, un piccolo nucleo di case popolari abitate da famiglie di pescatori, a fianco al cosiddetto Museo del mare, che mai è decollato… Ma sono case popolari degli anni ’60, ingabbiate tra strade che ormai vivono di altro". Così Mila donnambiente Le Majellane sottolineano la situazione, "E’ divenuto luogo isolato, quasi espunto, invisibile. Così come è stato cancellato il progetto del museo del mare".
"In effetti l’ economia di Pescara è affidata , da tempo, alla speculazione edilizia, allo spargimento , spesso insensato, di costruzioni cementizie che cercano di essere riconoscibili solo per avventate e spregiudicate architetture". Ribadiscono da tempo, "Per questo riteniamo ancora più importante salvare anche “piccolissime” testimonianze a raccontare la “storia” umana ed economica della Pescara attorno al fiume, in quanto patrimonio collettivo". Chiedono pertanto che "venga salvata quella casetta di poesia".
"E l’eccezionalità della sua testimonianza è tale che ci vien da proporre -se il problema fosse il trasferimento della sua cubatura in una nuova edificazione prevista-di accordarlo ugualmente, pur conservandola come reperto identitario".