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Giovedì, 09 Marzo 2023 16:04

Riforma fisco Meloni, pronta ad approdare in CDM.

Scritto da ediorenz

Ventuno articoli e tre passaggi: Cdm, Parlamento e via libera definitivo.

Un timing di 24 mesi per l'adozione dei decreti delegati. E' la riforma del fisco targata Meloni, ormai prossima ad approdare in Cdm, probabilmente già la settimana prossima.

L'articolo 5 - si legge nella bozza visionata dall'Adnkronos - interviene sull'Irpef "nel breve periodo con la transizione a 3 scaglioni e aliquote più basse" ma "come obiettivo di legislatura" il governo indica la "flat tax per tutti".

Si prevede, inoltre, la revisione della tax expenditures, "con ipotesi di forfetizzazione per scaglioni di reddito". Si introdurrà, inoltre, "l'equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti e pensionati" e "l'estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti". Sui redditi delle società, il governo prevede una "nuova Ires a due aliquote" per rendere "il nostro sistema fiscale maggiormente attrattivo". All'aliquota ordinaria del 24% viene infatti affiancata una ridotta per due anni diretta a chi fa "investimenti qualificati e/o genera nuova occupazione". In sintesi, riporta la bozza, "chi più assume e investe meno paga". Obiettivo è "favorire la capitalizzazione delle imprese stabilite in Italia" ma anche "premiare chi investe in nuova occupazione e in beni strumentali innovativi e/o qualificati in un breve arco di tempo".

La riforma prevede poi "la razionalizzazione del numero e delle aliquote Iva, nonché della disciplina delle operazioni esenti, secondo i criteri Ue al fine di prevedere una maggiore omogeneizzazione del trattamento Iva per i beni e i servizi similari", la "revisione della disciplina della detrazione", nonché la semplificazione e velocizzazione delle "procedure relative ai rimborsi". Previsto inoltre il graduale "superamento dell'Irap" attraverso l'introduzione "di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires (per garantire i livelli di finanziamento della spesa sanitaria)". E poi via l'imposta di bollo e quelle ipotecarie o catastali. Arriva un tributo unico che manda in pensione i vecchi balzelli. All'articolo 10, il provvedimento prevede infatti la "sostituzione dell'imposta da bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie con un tributo unico, eventualmente in misura fissa".

Irpef tre scaglioni. Si apprestano a passare da quattro a tre gli scaglioni Irpef, con relativo ritocco delle aliquote. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe quella di accorpare gli scaglioni centrali e prevedere uno schema con aliquota al 23% per i redditi fino a 15mila euro, al 27% per i redditi da 15mila euro a 50mila euro e 43% per redditi oltre i 50mila euro.

Le risorse per la revisione dell'Irpef verrebbero reperite anche attraverso una potatura delle oltre 600 tax expeditures, cioè le detrazioni e le deduzioni fiscali che oggi costano allo Stato circa 156 miliardi.

Lotta a Evasione. La riforma punta rivedere il sistema di accertamento per rafforzare la lotta all'evasione fiscale oggi stimata intorno ad un valore che oscilla tra gli 85 e 100 miliardi annui.

Revisione Ires. Il ddl dovrebbe prevede anche la revisione dell'Ires, l'imposta sul reddito delle società. L’aliquota di base, secondo le ipotesi di lavoro, resterebbe al 24% ma potrebbe calare al fino al 15% per le imprese che destinano gli utili agli investimenti in innovazione o alle assunzioni degli ex percettori di Rdc, donne o over50.

Abolizione Irap. Nel ddl dovrebbe trovare spazio anche il progetto di abolizione dell'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive.

Semplificazione versamenti. Con la riforma potrebbe arrivare, tra le altre misure di semplificazione, anche la trimestralizzazione dei versamenti allineandoli ai versamenti Iva, con eccezione per il mese di dicembre.

Controlli. Con la delega si punta ad una semplificazione dei rapporti delle aziende con il Fisco. Per le più piccole si ricorrerebbe ad un uso incrociato delle banche dati disponibili su fatturazioni e Iva. Sulla base di quelle conoscenze, ove necessario, si avvierebbero su vasta scala concordati preventivi biennali, con accertamenti più intrusivi per le imprese che non accettano. Per le imprese maggiori potrebbe invece venire estesa la cooperative compliance.

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