La pagina social dell’UFC (Ultimate Fighting Championship, la più importante organizzazione globale di MMA) è passata dall'avere circa 10 milioni di followers nel 2018 ai quasi 38 milioni di oggi, e da qualche tempo su pochi siti selezionati si trovano pure le scommesse MMA che permettono di puntare sui campioni del settore. A cosa si deve tutto questo successo? E qual è la situazione in Italia? Scopriamolo insieme.
In ambito internazionale la MMA è gestita dall’IMMAF (International Mixed Martial Arts Federation), fondata nel 2012 come organo di governo internazionale per le arti marziali miste amatoriali. Il suo scopo è convogliare in modo democratico tutte le federazioni ad essa associate per sostenerne la crescita e regolamentare la disciplina per garantire la sicurezza sportiva dei praticanti. Tra i paesi associati figura anche l’Italia, attualmente quarta classificata nel medagliere dei campionati IMMAF (con 1 medaglia d’oro e 6 di bronzo) dietro a Svezia (7 argenti e 2 bronzi), Regno Unito (1 oro, 2 argenti e 7 bronzi) e Stati Uniti d’America (6 ori, 1 argento e 7 bronzi).
Nel nostro paese la MMA non è considerata una disciplina atletica marziale a tutti gli effetti, ma viene gestita, per volere del CONI, dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali), che a sua volta aveva prima delegato la gestione alla FIGMMA (Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts), per poi confluire nella FEDERKOMBAT (Federazione Italiana Kickboxing – Muay Thai – Savate –Shoot Boxe – Sambo). Una situazione, insomma, non proprio chiara né rosea per la MMA italiana.
Ma non è solo il CONI ad ostracizza lo sviluppo di questa disciplina. A contribuire all’anonimato contribuiscono anche i media classici che faticano ad uscire dalla zona di comfort del calcio e negano ad un movimento, che invece sta crescendo molto e meriterebbe una vetrina più grande, la giusta considerazione.
Eppure, qualche soddisfazione in campo internazionale c’è stata. Martin Vettori, ad esempio, è un artista marziale misto classe ‘93 che combatte nell’UFC statunitense da diverso tempo ormai. È stato l’atleta italiano più giovane a debuttarvi, il primo a combattere in un incontro principale (UFC Vegas 16) e il primo a combattere per il titolo di campione del mondo (UFC 263). Attualmente nella categoria pesi medi, è il numero 5 nella graduatoria, e in carriera ha collezionato 19 vittorie, 7 sconfitte e 1 pareggio.
Alessio Sakara, romano classe 1981, è stato il primo italiano a competere nell’UFC, lottando dal 2005 al 2013 tra le divisioni dei pesi medi e dei mediomassimi. Il “Legionarius”, come veniva soprannominato dai media d’oltreoceano, ha disputato 36 incontri con 21 vittorie, 13 sconfitte e 2 no contest. Per quanto riguarda i campionati italiani, invece, Donatello Angerame ha recentemente vinto per la terza volta il titolo di campione italiano di MMA nella categoria leggeri –70kg dopo essersi laureato campione del mondo di Shoot Boxe nel 2022.
Insomma, sono diversi i campioni che meriterebbero maggiore visibilità, al pari degli atleti d'élite che gareggiano sotto la bandiera italiana, e che dall’Italia vorrebbero un supporto maggiore per poter spiccare ancora di più il volo in questo fantastico sport da combattimento.