Tre scarichi abusivi in un canale di scolo secondario in via Raiale 293, sono stati ostruiti con altrettanti otturatori ad aria compressa dal presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, calatosi lungo gli argini accidentati dello scarico maleodorante. D'Alfonso aveva anticipato qualche giorno fa "un'azione dimostrativa". "L'operazione - come ha spiegato il Presidente davanti alle telecamere, al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini e ad altri componenti la Giunta comunale di Pescara - ha due obiettivi: ricostruire le responsabilità e ripristinare la moralizzazione delle condotte non solo degli amministratori pubblici ma anche degli imprenditori". D'Alfonso si è detto convinto che "molte imprese non sanno, le furbe devono essere riportate alla correttezza comportamentale", passando per la via della "rinaturalizzazione". Il Presidente ha quindi evidenziato quanto costi, in termini di "aggressione alle bellezze naturali ed in termini di risorse finanziarie l'insensibilità nei confronti di questo argomento" ed ha richiamato tutti ad un atto di solidarietà. Prima del sopralluogo il Presidente, in due tavoli distinti, aperti agli amministratori comunali e alle imprese assegnatarie dei lavori per il potenziamento dei depuratori, aveva trattato l'argomento dell'inquinamento dei fiumi e del mare, ricordando i 36 milioni di euro stanziati per gli interventi ma anche definendo un cronoprogramma serrato dei lavori.
D'Alfonso incontra i sindaci per accelerare procedure
Pescara, 24 feb. "L'inquinamento del fiume Pescara ha festeggiato tanti compleanni, noi vogliamo risolvere il problema concretamente, accelerando procedure amministrative e rendere cantierabili i lavori di costruzione e potenziamento di impianti di depurazione delle acque che scaricano nell'alveo del fiume". Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, intervenendo questa mattina, a Pescara, in una riunione operativa svolta con i principali componenti del ciclo idrico tra cui Aca, Arta, Comuni, Provincia di Pescara e soprattutto le imprese che si sono aggiudicate gli appalti per la realizzazione delle opere di potenziamento e costruzione di nuovi impianti di depurazione e collettori. Gli interventi programmati dall'Aca, azienda consortile acquedottistica del pescarese, e finanziati dalla Regione Abruzzo attraverso risorse del FSC 2007/2013, sono stati raggruppati in sei macro-aree: primo progetto (Comuni di Penne, Loreto Aprutino, Pianella e Collecorvino) per un importo a base d'asta di 1.604.046,65 euro, impresa MDA Srl di Isernia; secondo progetto (Comuni di Popoli, Tocco Casauria e Torre dè Passeri) per un importo di 1.871.452,05 euro, impresa Atlante-Di Marino Ati; terzo progetto (Comuni di Lettomanoppello, Manoppello e Caramanico Terme) per un importo di 3.018.436,83 euro, impresa Almacis di Pescara; quarto progetto (Comuni di Cepagatti, Loreto Aprutino, Fara Filiorum Petri e Ripa Teatina) per un importo di 1.789.190,25 euro, impresa Atlante Srl di Silvi Marina; quinto progetto (Comune di Montesilvano) per un importo di 2.696.576,35 euro, impresa Di Marino-Atlante Ati; sesto progetto (Comune di Francavilla al Mare) per un importo di 2.033.399,12 euro, impresa CME Cons. Imprenditori Edili Soc. Coop. Il presidente Luciano D'Alfonso ha costituito un gruppo di lavoro tecnico per monitorare costantemente il percorso amministrativo degli appalti e valutare gli interventi finalizzati a prevenire l'inquinamento del fiume Pescara. Nel corso della riunione, inoltre, si è affrontato - alla presenza dell'Amministratore unico dell'Aca Vincenzo Di Baldassarre - due temi fondamentali: il potenziamento del depuratore di Pescara (con l'individuazione di nuovi fondi) e la realizzazione di una mappatura completa delle fosse imhoff disseminate sul territorio; nella sola provincia di Pescara, secondo un precedente studio, sono stati censiti circa 200 pozzi utilizzati per depurare i liquami provenienti dai fabbricati di civile abitazione. "Individueremo nuove risorse - ha aggiunto il presidente Luciano D'Alfonso - anche per censire e intervenire concretamente per il recupero delle fosse imhoff presenti sul territorio regionale, queste - conclude il presidente - sono fonte di forte inquinamento dell'ambiente".
M5s Scarichi abusivi sono stati segnalati all’aca già dallo scorso anno nell’indifferenza della politica locale
M5s chiede una commissione d’inchiesta regionale e presenta un’interrogazione urgente al sindaco di Pescara. Sono numerosi i verbali che l’Aca ha ricevuto dalla Polizia Provinciale, già dall’inizio dello scorso anno (gennaio 2015), per denunciare gli scarichi non a norma che sversano nei fiumi inquinando le acque. E’ questa la notizia che si apprende oggi sulla stampa . Ma i comuni, la Provincia e la Regione ne erano a conoscenza? A chiederselo è il M5S che annuncia deciso una serie di azioni in ogni grado istituzionale. “E’ gravissimo apprendere che proprio l’ACA, ente pubblico economico per il controllo delle acque, a cui tutti i cittadini pagano le bollette anche per il servizio di depurazione, sia stato individuato come un primo presunto colpevole di questo disastro che l’Abruzzo sta vivendo. A questo punto è lecito chiedersi se comuni, soci dell'ACA, e Regione fossero a conoscenza delle segnalazioni e per quale motivo non solo non abbiano risolto il problema, ma la situazione sia in continuo peggioramento” con queste parole il Deputato Gianluca Vacca del M5S commenta la notizia appresa oggi dalla stampa locale. “A cosa servono oggi sopralluoghi, mediaticamente studiati a tavolino, quando la polizia provinciale ha già segnalato da un anno a chi di dovere quali sono gli scarichi non a norma con relativa analisi delle acque?” si interroga Domenico Pettinari consigliere regionale M5S “probabilmente un gesto mediatico volto più al gradimento personale che alla risoluzione del problema ma intanto gli abruzzesi navigano nella melma. Per questo chiederemo una commissione regionale d'inchiesta per individuare responsabilità precise, politiche e tecniche”. "Qual è il ruolo del sindaco Alessandrini in merito a quanto appreso oggi dalla stampa? Era a conoscenza, in quanto socio principale dell'ACA, delle segnalazioni sull'inquinamento della polizia provinciale? In caso affermativo, cosa ha fatto in un anno? Lo chiederemo con un'interrogazione comunale urgente che presenteremo oggi" affermano Enrica Sabatini, Erika Alessandrini e Massimiliano Di Pillo, consiglieri comunali M5S di Pescara. “Inutile sottolineare” continua Gianluca Vacca “che questa vicenda assume contorni sempre più gravi per i nostri amministratori locali di ogni grado istituzionale. Il M5S come già ha fatto dall’inizio della vicenda, continuerà a mantenere alta l’attenzione su questo argomento. Gli abruzzesi meritano di meglio di un presidente della regione che scimmiotta il presidente-operaio di berlusconiana memoria davanti le TV”.
Associazioni ecologiste: Riscoprire il valore identitario per salvare il Fiume Pescara
La gravissima situazione dell'inquinamento nel fiume Pescara è estremamente preoccupante. E se il fiume è fortemente inquinato naturalmente anche il mare è tale e la prossima stagione balneare sembra essere compromessa. Per le associazioni ecologiste Pro Natura Abruzzo e Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus la situazione è certamente molto grave, ma una corretta ed intelligente gestione del territorio del territorio può iniziare a trovare soluzioni. Fino ad ora il Fiume Pescara è stato lasciato al suo triste destino: tante proposte che si sono perse poi nelle chiacchiere, nell'indignazione dei cittadini e degli ambientalisti, nelle polemiche sui giornali e in tv, senza però giungere ad una soluzione concreta. Il fiume Pescara è da sempre il "Fiume della Memoria" che ha scandito le vicende di tutti i comuni limitrofi, luogo di storie, leggende, paesaggi culturali di grande valore. Oggi l'inquinamento delle acque e poi la devastazione delle sue sponde con cementificazione selvaggia, scarichi abusivi, discariche e distruzione dei boschi ripariali hanno completamente rovinato l'immagine del fiume storico tanto amato da Gabriele D'Annunzio . La principale causa di morte del grande fiume d'Abruzzo è prima di tutto la perdita di memoria storica: nessuno più si identifica col fiume Pescara e la sua storia millenaria. Le associazioni portano come esempio uno dei più grandi e famosi fiumi d'Europa, il Tamigi, che per oltre 150 anni è stato definito "fiume biologicamente morto" con un inquinamento talmente alto da essere pericoloso anche per gli stessi abitanti di Londra. Il Tamigi è venti volte più grande del fiume Pescara ma da secoli è il simbolo di Londra e della Gran Bretagna ed è stato oggetto di un imponente progetto di risanamento ambientale che è durato molti anni fino al 2011. Il Tamigi è stato risanato perchè si è tornati a rivederlo come un simbolo della storia britannica, il fiume del regno, il fiume della tradizione londinese. L'esempio del grande fiume londinese ha fatto storia ed è tornato a essere un ecosistema con 125 specie di pesci e 38 di uccelli acquatici, come cormorani, aironi, oche canadesi e cigni. A Londra c'è stata prima di tutto una volontà popolare assieme alla partecipazione di validi esperti di fiumi, migliaia di volontari, associazioni ecologiste in totale e sinergia oltre al supporto costante di una politica illuminata che ha mosso anche sponsor privati e aziende nel progetto di risanamento fluviale. Spiega la dott.ssa Piera Lisa Di Felice, ittiologa e biologa esperta di fiumi: "Negli ultimi decenni, la gestione degli ambiti fluviali nel nostro paese è stata improntata in massima parte ad una visione ingegneristica secondo la quale i fiumi devono essere considerati come canali il cui scopo unico è quello di portare il più velocemente possibile le acque al mare. E’ così avvenuto che, con il pretesto di far defluire piene con elevati tempi di ritorno, la struttura morfologica dei corsi d’acqua è stata spesso alterata e, con essa, gran parte del loro sistema biologico, compromettendo i delicati equilibri dell’ecosistema fiume. L’uomo con la sua azione ha profondamente alterato il volto dei corsi d’acqua. Pertanto l' inquinamento, il dissesto idrogeologico non solo altro che il frutto della cattiva gestione dei fiumi. D'altro canto bisogna considerare che un ecosistema fluviale “sano” ha un'altissima resilienza: a mero titolo esemplificativa capacità autodepurativa delle acque, azione di fascia tampone, di stabilizzazione del suolo e di ombreggiamento dei boschi igrofili che crescono sulle sue sponde. Per questo è necessario cambiare in maniera radicale l'approccio alla gestione dei fiumi, vere arterie pulsanti dei nostri territori. Perchè risanando i fiumi, ricreando gli adeguati ecosistemi tuteliamo la nostra salute e la nostra incolumità”. Pertanto, secondo le associazioni ecologiste, il Fiume Pescara può essere risanato solo se sarà riscoperto il forte valore identitario che lega le popolazioni al fiume: dalla conoscenza nasce l'amore ed il rispetto. La strada sicuramente è lunga: ma assolutamente percorribile.