Migranti nei centri in Albania. Un nuovo gruppo è stato preso oggi, 4 novembre, a bordo dalla nave Libra della Marina Militare, in acque internazionali a sud di Lampedusa. Dopo uno screening a bordo i migranti saranno quindi trasferiti nei centri in Albania. Si legge su Adnkronos.
Piantedosi: "Con decreto Paesi Sicuri problema superato"
Le operazioni di trasporto di migranti verso l'Albania "possono riprendere", aveva anticipato poco prima il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a margine della riunione ministeriale del G7 sullo sviluppo urbano sostenibile".
"Sono fiducioso" che il decreto sui Paesi sicuri dei giorni scorsi possa superare la mancata convalida dei trattenimenti da parte dell'autorità giudiziaria, ha precisato. "Se non lo fossi stato non l'avremmo fatto", ha chiarito il ministro. Sull'ipotesi che i trattenimenti possano non essere convalidati, Piantedosi ha aggiunto: "Non credo che riaccadrà ma nel caso ci sono le sedi opportune". "Io ho sempre detto che le questioni giudiziarie si risolvono attraverso percorsi giudiziari - ha sottolineato - Noi abbiamo già fatto impugnazioni in Cassazione, alcune saranno decise anche relativamente presto. Tutto le questioni di diritto sono opinabili nell'ambito giudiziario".
Il protocollo Italia-Albania, ha quindi ribadito il titolare del Viminale, "è un progetto che non può non proseguire". "Al 2026 sarà regolamento europeo che entra in vigore sul quale i Paesi di frontiera come l'Italia sono obbligati - ha sottolineato Piantedosi - Quello che abbiamo fatto è un investimento necessario per predisporci in anticipo rispetto all'applicazione di una normativa europea e c'è tutta l'Europa che guarda a questa applicazione con molto interesse".
Tribunale Catania: "In Egitto gravi violazioni dei diritti umani"
A smentire l'ottimismo del ministro c'è già però un nuovo intervento del tribunale di Catania che ha annullato il provvedimento di trattenimento per un migrante egiziano che aveva chiesto nei giorni scorsi lo status di rifugiato perché, secondo i giudici, l'Egitto non è un Paese sicuro. Si tratta del primo provvedimento emesso dopo l'approvazione del nuovo decreto legge sui Paesi sicuri. In Egitto ci sono "gravi violazioni dei diritti umani, che -in contrasto con il diritto europeo - persistono in maniera generale e costante e investono non solo ampie e indefinite categorie di persone, ma anche - sottolineano i magistrati - il nucleo stesso delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico e che dovrebbero costituire la cornice di riferimento in cui si inserisce la nozione di Paese Sicuro".
Non solo. Il giudice del Tribunale di Catania nel provvedimento chiarisce che "non resta che disapplicare ai fini della decisione il decreto-legge del 23 ottobre 2024, posto che, come è noto, le sentenze interpretative della Corte di giustizia europea vincolano il giudice nazionale anche se appartenente ad altro Stato membro rispetto a quello che ha proposto il rinvio pregiudiziale. Né si impone la proposizione di un nuovo rinvio pregiudiziale, rinvio superfluo tutte le volte in cui la questione sollevata sia già stata decisa in via pregiudiziale in relazione ad analoga fattispecie 'anche in mancanza di una stretta identità fra le materie del contendere'".
"Supereremo tutti gli ostacoli, ogni sentenza irragionevole e il protocollo funzionerà, sono pronta a lavorarci giorno e notte". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel comizio finale del centrodestra a sostegno della candidatura di Marco Bucci per le elezioni regionali in Liguria, si esprime sul "famoso protocollo Italia-Albania" che "desta interesse a livello internazionale ed europeo", che "potrebbe aprire un'epoca completamente nuova nel governo dei flussi migratori". "Lo so io, lo sanno in Europa e lo sanno anche i sostenitori dell'immigrazione senza regole che stanno mettendo in campo tutti gli strumenti di cui dispongono per bloccare questa iniziativa", sottolinea. "Supereremo ogni sentenza irragionevole, ogni attacco politico e ogni tentativo della sinistra di chiedere il soccorso esterno solo perché non è capace di fare il lavoro che deve fare in patria" assicura la presidente del Consiglio.
"I 5 Stelle dicono che il governo deve essere condannato per danno erariale per aver messo i soldi sul protocollo con l'Albania... I 5 Stelle con poco meno di quello che spendiamo per l'Albania ci compravano i monopattini, per non parlare del superbonus e delle truffe sul reddito di cittadinanza", ha aggiunto la presidente del Consiglio che dal palco ha parlato anche di manovra, pensioni e dei due anni di governo.
"Le misure che le autorità italiane stanno prendendo devono essere nel pieno rispetto del diritto e dei trattati Ue e non devono in alcun modo minarne l'applicazione".
E' quanto ribadito dalla commissaria Ue alle Migrazioni Ylva Johansson parlando del caso Albania. Nel frattempo la Commissione Europea sta "guardando" alla possibilità di stilare una lista Ue dei Paesi terzi considerati sicuri, che attualmente non esiste (ogni Paese stila la propria), passo che potrebbe semplificare, dal punto di vista legislativo, la questione. Anche se "è presto" per parlare di tempi per arrivare ad una decisione, fanno sapere i portavoce della Commissione. L'accordo Italia-Albania sta infatti incontrando difficoltà proprio a causa del concetto di Paese terzo sicuro, così come delineato da una recente sentenza della Corte di Giustizia Ue. "A livello Ue - spiega Anitta Hipper, portavoce per le migrazioni - non abbiamo una lista comune, ma è una cosa che è prevista anche nel patto per le migrazioni e l'asilo, per assicurare di avere criteri comuni. E' una cosa cui stiamo guardando". Tuttavia, aggiunge il portavoce capo Eric Mamer, "prima dobbiamo avere un collegio dei commissari in carica. E' un processo in corso, quindi è un po' presto per iniziare a pensare alla tempistica" di una decisione simile. La volontà di lavorare sul concetto di Paesi terzi sicuri era già stata messa nero su bianco dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen che, nella consueta lettera in materia di migrazioni in vista del Consiglio Europeo, ha sottolineato la settimana scorsa che l'esecutivo Ue è impegnato "a rivedere, entro il prossimo anno, il concetto di Paesi terzi sicuri designati. L’Unhcr e l’Oim sono pronti a collaborare con l’Ue su un approccio globale, aiutando i richiedenti asilo senza dover intraprendere pericolosi viaggi attraverso il Mediterraneo".
I tempi per arrivare ad una revisione delle norme li ha indicati il Ppe, nella dichiarazione approvata dopo il presummit di giovedì scorso: "La direttiva risalente al 2008 - scrivono i Popolari - continuerà ad essere valida fino a quando non sarà sostituita da un nuovo regolamento, che chiediamo con urgenza, per garantire un'applicazione uniforme del rimpatrio effettivo delle persone prive del diritto di soggiornare nell’Ue. Uno strumento importante per migliorare l’efficienza dell’Ue sui rimpatri sarebbe il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio, stabilendo norme comuni, procedure e moduli. Dobbiamo anche rivalutare il concetto di Paese terzo sicuro, entro il 12 giugno 2025, per alleviare la pressione sui Paesi dell'Ue". "Siamo al corrente della sentenza" del Tribunale di Roma che ha imposto l'invio in Italia dei primi migranti portati nel campo nel nord dell'Albania, ribadisce Hipper, "e siamo in contatto con le autorità italiane". La commissaria alle Migrazioni Ylva Johansson, ricorda, "ha detto che il protocollo Italia-Albania applica la legge nazionale, ma naturalmente questa prevede standard delineati dal diritto Ue. Abbiamo anche detto che le misure che le autorità italiane stanno prendendo devono essere nel pieno rispetto del diritto e dei trattati Ue e non devono in alcun modo minarne l'applicazione". La presidente von der Leyen giovedì scorso ha detto che la protezione può essere data ai richiedenti asilo anche fuori dall'Ue, in Paesi terzi sicuri. E' una cosa diversa dall'accordo Italia-Albania, che prevede il trasferimento nel Paese delle Aquile di migranti salvati in mare (quindi è difficilmente replicabile altrove), senza passare dal territorio italiano (posto che una nave militare non lo sia). Un modello c'è: l'Ue ha fin dal 2016 un accordo con la Turchia, che già prevede questa fattispecie, perché i siriani che arrivano in Grecia irregolarmente, pur avendo diritto d'asilo, vengono riconsegnati alla Turchia, la quale se ne accolla gli oneri in cambio di cospicui finanziamenti Ue.
Il modello Albania "va avanti con ancor più convinzione".
Nessuno stop, dunque, "anche perché quel che sta accadendo conferma quel che sostenevamo sin dal principio: il problema non è il Memorandum firmato con Tirana, il problema vero è che, stando alle pronunce di alcuni giudici, i rimpatri non avrebbero più ragione d'essere, dovremmo tenerci tutti gli irregolari in Italia. E così non può andare...". Fonti di governo all'Adnkronos non nascondono "la rabbia", così la definiscono senza giri di parole, per un nuovo stop arrivato da un Tribunale, stavolta da un giudice di Catania che non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall'Egitto, in barba al dl varato dal governo lo scorso 21 ottobre per blindare la lista dei Paesi considerati, giustappunto, sicuri, Cairo compreso. "Una scelta politica che non spetta ai giudici", la convinzione che rimbalza nel governo.
Matteo Salvini: "Per colpa di alcuni giudici comunisti"
Matteo Salvini: "Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l'Italia. Ma noi non ci arrendiamo”, promette battaglia il leader della Lega. E non è l'unico nelle file della maggioranza. Perché nel governo si rafforza la convinzione di tirare dritto, nonostante il modello Albania al momento arranchi, con i due hotspot battenti bandiera italiana al momento vuoti. E i due esposti targati M5S e Iv sul tavolo della Corte dei Conti per danno erariale. "Arrendersi vorrebbe dire sostenere non solo che il modello Albania è sbagliato quando è destinato a diventare un modello in Europa - si dicono convinte le stesse fonti - ma rinunciare al meccanismo dei rimpatri tout court. E allora dovremmo rendere conto in Europa del perché non tuteliamo i nostri confini, che sono confini europei". Forte di questa convinzione, il governo guarda alla nave Libra che, a largo di Lampedusa, ha iniziato i recuperi di naufraghi adulti, maschi, sani provenienti da Paesi ritenuti sicuri da trasferire in Albania. "L'idea è di sfruttare il più possibile i due centri di Shëngjin e Gjader - viene spiegato - con numeri crescenti, sempre nei modi e nelle modalità corrette". Dunque con numeri più sostanziosi rispetto ai primi 16, poi diventati 12, migranti approdati in Albania? "Vedremo in base alle condizioni. Quel che è certo è che non arretriamo. Il modello Albania è uno dei fiori all'occhiello di questo governo, non permetteremo che ci venga sfilato...".