Lo skateboarding è una attività oramai conosciuta dal grande pubblico, anche grazie al fatto che da poco è stata inserita fra le discipline olimpiche e questo le ha dato ulteriore visibilità.
Gildo Fantone di Radici in Comune ne spiega la natura: "lo skateboarding nasce come attività libera".
"Infatti già negli anni 70’ gli skaters soprattutto in USA utilizzavano non skateparks ma piscine abbandonate per girare con le loro tavole; poi successivamente negli anni '80 lo skateboard nella sua essenza è stato praticato per strada, sfruttando le architetture urbane, piazze, gradini, muretti, corrimano, in un modo totalmente nuovo e rivoluzionario. La città - prosegue - viene così vissuta in maniera viscerale dagli skaters che la usano e si sentono ad essa uniti da un rapporto speciale. Gli skateparks, come quello che l’amministrazione comunale vuole realizzare, sono dei posti dove la socialità e la pratica dello skateboarding vengono sicuramente favoriti, ma non possono totalmente sostituire quello che c’è di vivo nella comunità degli skaters, soprattutto degli “street skaters”(skaters della strada) che amano girare liberi nelle strade e nelle nostre piazze."
"Pescara ha sempre avuto una grossa comunità di skaters dagli anni 80 in poi, e soprattutto una parte della città rappresentava il loro luogo di aggregazione: Piazza Garibaldi, sita a Portanuova. Questa piazza, costruita in travertino, è perfetta per gli skaters, pavimentata ad hoc per le loro evoluzioni. Oggi la piazza in questione è un luogo triste, vuoto, senza skaters che in qualche modo vivevano la piazza, la animavano anche emettendo un po' piu di rumore del previsto, ma era bello poterli vedere fare le loro evoluzioni (tricks) e divertirsi Gli skaters sono stati definitivamente bandidi da molti luoghi nella città e questo ha ridotto di molto anche la loro “popolazione”. Piazza Garibaldi ha visto crescere e passare di lì generazioni di skaters, pattinatori, amici e simpatizzanti. In alcuni luoghi lo skatebording è preso molto in considerazione proprio come “sotto-cultura”, da sempre legata ai movimenti musicali e urbani. Il museo d’arte contemporanea di Barcellona (MACBA ), ad esempio, ha stipulato un accordo con gli skaters della città, in modo da dare loro la possibilità di “skateare”(pattinare) giusto davanti l’ingresso del museo, che è ricco di arredo urbano, utilizzato dai pattinatori per le loro evoluzioni. Sarebbe bello poter replicare quello che succede a Barcellona anche nella nostra più piccola realtà, dando agli skaters di Pescara la possibilità di girare liberamente in Piazza Garibaldi così come accadeva in passato."
In merito allo skatepark che l’amministrazione comunale vuole realizzare, l'esponente di Radici in Comune dice "sarebbe opportuno edificarlo non in una zona verde della città, in quanto il verde va salvato e non ricoperto da una ondata di cemento quarzato industriale. Sarebbe invece auspicabile che la suddetta struttura venisse realizzata in aree periferiche di Pescara, diventando cosi davvero un polo di attrazione e socializzazione per tutti i ragazzi ed i praticanti della disciplina. Si andrebbero a riqualificare zone periferiche, salvando così dalla cementificazione l’area antistante il complesso delle Naiadi. Inoltre attualmente la popolazione degli skaters di Pescara non giustifica affatto l'enormità del progetto presentato, che sembra essere pensato per decine e decine di praticanti."
"Visionando il progetto, l’area street potrebbe essere aumentata in volume, a discapito della seconda area composta da bowls (piscine vuote), che per dimensioni e traiettorie verrebbero utilizzate da pochi praticanti. In conclusione si auspica un ritorno degli skaters nelle nostre piazze della città, poiché lo skateboarding non può essere accomunato ad una attività “criminale” e vietata, come invece è considerata da questa amministrazione comunale. Skateboarding è socialità, inclusione e creatività: lasciamo che gli skaters possano girare liberi nelle nostre piazze e facciamo in modo che skateparks o strutture simili vadano a riqualificare zone dimenticate nei nostri centri urbani, lasciando invece quelle verdi intatte e preservate.