La Costituzione e il modo di eleggere rappresentanti in Parlamento potrebbe cambiare per sempre in autunno con il risultato del referendum sull'Italicum. Se le varie fazioni politiche spiegano le ragioni del Si e del No, ieri nella sala Regina a Montecitorio, è stata presentata dal deputato M5S Gianluca Vacca una proposta rivoluzionaria che se applicata potrebbe coinvolgere i cittadini, che non si riconoscono più in nessun partito o candidato, direttamente nella vita politica. Una soluzione che sembra sbarcare dal futuro.
Alle prossime elezioni si rischia di andare incontro nuovamente all'astensionismo di cittadini, ormai sfiduciati, che preferiscono non presentarsi alle urne e non esercitare il diritto di voto. Bando alle ciance, quindi, se l'obiettivo è evitare questa pratica bisogna dare una terza via. Accanto alle tradizionali elezioni di partiti e l'astensionismo, l'alternativa, per chi è scoraggiato, sarebbe questa: ai seggi, dopo aver dichiarato di non sentirsi rappresentato, avere la possibilità di iscriversi in una lista di sorteggio, per essere chiamato ad agire direttamente e indipendentemente in Parlamento: votando, proponendo leggi, interpellanze. Insomma la logica del "se non ti va bene fallo tu".
Il Parlamento sarebbe formato da partiti di maggioranza, opposizione e 250 indipendenti che creeranno 'rumore'.
Lo spunto viene da un libro del 2012, “Democrazia a sorte, ovvero la sorte della Democrazia” scritto a 5 mani: Caserta, Pluchino, Rapisarda, Spagano, Garofalo. Esperti della nuova disciplina battezzata 'socio fisica', la proposta affonda le premesse in una ricerca sperimentale che applica le leggi fisico-matematiche alla democrazia.
Il rumore, concetto nella fisica trasportato in politica.
Gli autori si sono chiesti cosa porterebbe rumore, un netto disturbo nel sistema politico affinché la democrazia possa essere il binario delle leggi in divenire? Il sorteggio, cittadini che entrano liberi di votare, fuori dalle logiche di partito, protesi a dire sì solo a quelle attività a beneficio per la collettività, scevri da interessi personali.
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Un altro punto a favore di questo metodo rivoluzionario, come hanno sottolineato gli autori, è quello di essere in piena assonanza con la Costituzione che vuole il popolo Sovrano, restituendogli la possibilità al cittadino di decidere a turno. Tra l'altro nella proposta è previsto anche il sorteggio del consociato solo per partecipare all'iter di una legge. Gli obiettivi da soddisfare sarebbero: combattere definitivamente l'astensionismo e, a rotazione, permettere ad ogni membro della collettività , che lo desideri, di sperimentare l'attività in Parlamento. Entusiasmante per quanto folle. Anche questo un concetto fondamentale della teoria.
La premessa del sorteggio è scegliere tra i cittadini che non si riconoscono più nelle logore e anacronistiche pratiche politiche che escludono invece di includere il 'sovrano' che paga e decide: il Popolo. Un deputato sorteggiato che fa comunella o passa in maggioranza snaturerebbe la carica istituita. Basterebbe aggiungere la pena di interruzione dalla nomina in caso di trasformismo, senza andare in conflitto con il divieto di mandato imperativo costituzionale, per evitare che i 250 sorteggiati possano diventare il serbatoio di voti per reggere la maggioranza.
Lo scenario possibile di un futuro non molto lontano.
L'onorevole pescarese Vacca, primo attore nella commissione cultura, nell'introdurre la conferenza, ha spiegato, “stavo svolgendo una ricerca sulla democrazia partecipativa, mi sono accorto che autori europei hanno scritto molto sull'argomento, mentre in Italia ho trovato ben poco, questo libro frutto di ricerca e esperimenti”.
E questa scoperta la dice lunga.