Correva l'anno 2006 e Montesilvano era in via di evoluzione e progetti urbani. Poi il resto è storia di un Ciclone che portò via tutto.
Non proprio tutto: era stata progettata una zona a trafficato limitato nel centro città, davanti alla Chiesa di Sant'Antonio, in Piazza Cristina Zecca, in via Francesco, con un arredo urbano di separazione, una pseudo scultura a cui venne negato un nome: 'la Pensilina del bus che non passa'. Così potrebbe essere battezzata oggi l'arredo del progetto di Marco Volpe architetto montesilvanese.
Dividere l'area pedonale dalla Ztl, in modo armonioso, questa era la ragione della 'Pensilina' di Volpe. Successivamente il progetto di Ztl terminò drasticamente dopo un brevissimo periodo, riaprendo alle automobili e al tram tram quotidiano di una città senza centro pedonale, contrariamente in tutte le città europee che si rispettano. La piazza Zecca divenne parcheggio e il divisorio, nel distratto immaginario cittadino, una pensilina del bus, anche se il bus non passa, intanto le persone si siedono sulle panchine.
Eppure appena terminata 12 anni fa, la zona non era male: le mura del divisorio erano di porfido e cemento armato e riprendevano il tema della pavimentazione della Piazza.
La Pensilina 12 anni fa.
Oggi i rivestimenti delle pareti sono coperti da sgradevoli graffiti e della piazza poco è rimasto.
“I costi all'ora, per questi interventi, divisi in due lotti, che comprendevano tutta la zona centrale, furono di circa 2 milioni di euro” ricorda l'arch. Volpe, “ci sono voluti 6 anni di progettazione per cominciare i lavori, oggi più dell'80% è inservibile, sparito”.
“Il Comune, per dicembre 2006, aveva pianificato manifestazioni e intrattenimento, pensava di incrementare il commercio in centro con una zona franca, interventi... poi venne il Ciclone!”
La Pensilina del bus che non passa è già storia.