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Sabato, 14 Aprile 2018 17:57

Raid in Siria, Gentiloni: "risposta motivata all'uso di armi chimiche a Douma"

foto generica e repertorio foto generica e repertorio

Francia partecipa pur essendo membro della UE, in molti si pongono domande sull'Unione europea su questo fronte.

Mogherini, Ue era stata informata dei raid. "L'Ue era stata informata dei bombardamenti aerei mirati di Usa, Francia e Gran Bretagna sugli impianti di armi chimiche in Siria. Queste misure specifiche sono state prese con l'unico obiettivo di impedire l'ulteriore uso di armi e sostanze chimiche da parte del regime siriano". Lo ha detto l'Alto rappresentante Federica Mogherini a nome dell'Ue. "L'Ue sostiene tutti gli sforzi per prevenire l'uso" di tali armi, spiega Mogherini, invitando "Russia e Iran ad usare la loro influenza per evitare" che Damasco le usi di nuovo.

A una settimana esatta dagli attacchi con gas chimici a Douma, il presidente degli Stati Uniti ha ordinato un raid contro il regime siriano condotto assieme a Francia e Gran Bretagna.

Si legge su Adnkronos: "Missione compiuta!", ha scritto in un tweet Trump dopo il raid. "Un attacco perfettamente eseguito. Grazie alla Francia e alla Gran Bretagna per la loro saggezza e per la potenza delle loro efficienti forze armate. Non poteva esserci un risultato migliore", si legge ancora. "Sono così orgoglioso delle nostre grandi forze armate che presto, dopo l'approvazione dello stanziamento di miliardi di dollari, saranno le più efficienti che il nostro paese abbia mai avuto. Non ci sarà nulla o nessuno nemmeno paragonabile".

Tre gli obiettivi colpiti nella notte: un centro di ricerca a Damasco, un deposito di armi chimiche a ovest di Homs, un altro deposito e un centro di comando sempre nei pressi di Homs. "Questa volta, noi e i nostri alleati abbiamo colpito più duramente - ha affermato il segretario alla Difesa James Mattis, ricordando l'attacco dell'anno scorso alla base aerea siriana di Shayrat -. Evidentemente il regime di Assad non aveva colto il messaggio". Mattis ha definito l'operazione come un "one time shot" che, almeno in tempi brevi, non dovrebbe avere un seguito. Questa mattina, fonti di Damasco avevano parlato di tre feriti tra i civili siriani nel contro Homs ma il responsabile del dipartimento operativo dello Stato maggiore russo, Sergei Rudskoi, ha smentito la notizia: "Sulla base delle prima informazioni - ha detto - non ci sarebbero vittime tra i civili e i soldati siriani".

Contro gli obiettivi siriani sono stati lanciati oltre 100 missili. "Il sistema di difesa aerea siriana è stato attivato - ha riferito il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass - una parte considerevole dei missili cruise e aria-terra è stata abbattuta prima di raggiungere gli obiettivi". Nessuno dei missili lanciati da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna è entrato nella zona della difesa area russa dispiegata a Tartus e Hmeymim. La Russia, ha precisato il ministro della difesa russo, "non ha dovuto usare le sue difese per rispondere all'attacco" in Siria.

Nel suo discorso in tv, Trump ha parlato di una decisione presa in seguito all'attacco "spregevole e malvagio" a Douma e attribuito al regime siriano. "Non è stata l'azione di un uomo - ha sottolineato - ma il crimine di un mostro". "L'obiettivo di questa azione - ha sottolineato Trump, ricordando che "il massacro" di una settimana fa ha rappresentato "un'escalation significativa" nell'utilizzo di armi chimiche da parte "di un regime veramente terribile" - è di creare un forte deterrente contro la produzione, la diffusione e l'uso di armi chimiche".

Quindi si è rivolto direttamente a Russia e Iran, alleati del regime di Damasco, "maggiormente responsabili per il sostegno ed il finanziamento del regime criminale di Assad". A loro, "chiedo: quale tipo di nazione vuole essere associata all'uccisione di massa di uomini, donne e bambini innocenti? Le nazioni del mondo possono essere giudicate dagli amici che hanno. Nessun Paese può nel lungo periodo avere successo, promuovendo stati canaglia, tiranni brutali e dittatori assassini". Poi, indirizzandosi a Mosca Trump ha sottolineato: "la Russia deve decidere se continuare lungo questo sentiero buio".

Alle parole di Trump hanno fatto seguito quelle del presidente francese, Emmanuel Macron. Con l'attacco del 7 aprile scorso a Douma, ha rimarcato Macron, "la linea rossa fissata dalla Francia a maggio del 2017 è stata superata". Per questo, ha detto "ho ordinato alle Forze armate francesi di intervenire. In una nota diffusa nella notte, il presidente francese ha fatto sapere che "non si può tollerare la banalizzazione dell'impiego di armi chimiche, un pericolo immediato per il popolo siriano e per la nostra sicurezza collettiva".

Sulla stessa lunghezza d'onda la premier britannica Theresa May. "Non c'erano alternative praticabili all'uso della forza per degradare e dissuadere dal ricorso alle armi chimiche il regime siriano" ha detto May, giustificando la partecipazione ai raid. "Non stiamo intervenendo nella guerra civile, non si tratta del cambio di regime" ha precisato la premier inglese, che ha descritto i raid come "un attacco limitato e mirato". L'azione, ha aggiunto, "manderà un segnale chiaro a chiunque creda di poter usare le armi chimiche impunemente: non possiamo permettere che l'uso di armi chimiche sia normalizzato, in Siria, nelle strade del Regno Unito o dovunque nel mondo".

Immediata la replica del Cremlino. L'ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Anatov ha annunciato che l'attacco non resterà senza "conseguenze".

"Insultare il presidente della Russia - ha rimarcato - è inaccettabile e inammissibile". 

Gli Stati Uniti, accusa ancora Putin, hanno lanciato "un'aggressione contro uno Stato sovrano che è in prima linea nella lotta contro il terrorismo", sottolineando che i raid sono stati condotti "in violazione della carta delle Nazioni Unite e dei principi del diritto internazionale". Anche l'Iran ha condannato "fortemente" i raid, avvertendo che ci saranno "conseguenze regionali". Secondo quanto si legge sul canale Telegram del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, "gli Stati Uniti e i loro alleati, senza alcuna prova e prima anche di una presa di posizione dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), hanno condotto questa operazione militare contro la Siria e sono responsabili delle conseguenze regionali di questa azione avventurista".

Nella sua prima dichiarazione dopo gli attacchi, il presidente siriano Bashar al Assad ha detto che i raid della scorsa notte riflettono "il fallimento" delle potenze occidentali nel raggiungere i loro obiettivi in Siria dopo la sconfitta dei terroristi e che il Paese non si lascerà intimidire. "L'aggressione - ha scandito Assad, citato dalla Sana - renderà soltanto la Siria ed il popolo siriano più determinati nel continuare a combattere e distruggere il terrorismo in ogni angolo del Paese".

In Italia, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato costantemente informato durante la notte degli sviluppi degli attacchi, mantenendosi in contatto con i ministri Esteri e Difesa e con i vertici militari. Il premier ha definito il raid "una risposta motivata all'uso di armi chimiche a Douma" ribadendo però che l'azione "non può e non deve essere l'inizio di una escalation". Gentiloni ha poi precisato che l'operazione non è partita da basi italiane. Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di attacchi "necessari e appropriati".

"L'Italia non ha partecipato" all'attacco in Siria e "il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria". Precisa Gentiloni in una dichiarazione sulla Siria a Palazzo Chigi. Lo si legge su Ansa. "Non è il momento dell'escalation, è il momento di mettere al bando le armi chimiche, della diplomazia e del lavoro per dare stabilità e pluralismo alla Siria dopo sette anni di un conflitto tormentato e terribile".

"L'azione circoscritta, mirata a colpire" le armi chimiche, "non può e non deve essere l'inizio di un'escalation. Questo è quanto l'Italia ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a ribadire", afferma Gentiloni.

Il premier si è consultato questa mattina con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla crisi siriana. Nel corso di una telefonata - si è appreso - Gentiloni e Mattarella hanno fatto il punto della situazione.

Gentiloni ha avuto una conversazione telefonica con la premier britannica Theresa May. Nel corso del colloquio May ha confermato a Gentiloni che l'attacco in Siria aveva l'obiettivo di ridurre la capacità delle armi chimiche e non di influire sulla crisi siriana. Entrambi hanno sottolineato - spiegano fonti di Palazzo Chigi - il carattere limitato della azione militare intrapresa, il no ad una escalation e il comune impegno contro l'utilizzo delle armi chimiche.

"Stanno ancora cercando le 'armi chimiche' di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi 'missili intelligenti', aiutando per altro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi". Così Matteo Salvini su twitter. "L'attacco alla Siria di questa notte è sbagliato. Apprezzo l'intervento di Gentiloni che non ha concesso le nostre basi", ha detto poi il leader della Lega in una diretta video con la quinta edizione Dialoghi Eula, festival della buona politica, che si conclude oggi a Villanova di Mondovì.

"Vista la situazione in Siria è importante che il Parlamento venga informato quanto prima. Su questo c'è la disponibilità del Governo. Comunicheremo appena possibile quando l'Esecutivo verrà a riferire in Aula". Così il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico.

"Il M5S pur restando al fianco dei propri alleati manifesta comunque preoccupazione per le forti divisioni che continuano a registrarsi in seno al Consiglio di Sicurezza Onu". Così i capigruppo M5s di Camera e Senato Giulia Grillo e Danilo Toninelli.

"Siamo preoccupati per quel che sta accadendo e riteniamo che in Siria occorra accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia, incrementando i canali di assistenza umanitaria. L'uso di armi chimiche, come ho già detto, è intollerabile ma mi auguro che l'attacco di oggi resti un'azione limitata e circoscritta e non rappresenti invece l'inizio di una nuova escalation". Così il leader M5s Luigi Di Maio.

"In queste situazioni è meglio non pensare e non dire nulla". Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha bocciato laconicamente il duro commento di Matteo Salvini contro l'attacco missilistico ad opera di Usa, Francia e Regno Unito. "Si tratta di un attacco su obiettivi precisi contro siti legati alla produzione di armi chimiche che traduce il principio internazionale di condanna di queste armi", ha aggiunto Berlusconi.

"In queste ore di tensione e di grande ansia è necessario rilanciare il massimo impegno politico e diplomatico per bandire l'uso criminale di armi chimiche, fermare le violenze e restituire la parola al negoziato come unica strada per mettere fine al dramma che la Siria vive da sette anni". Lo dichiarano in una nota congiunta il segretario reggente Pd Maurizio Martina e il responsabile Esteri dem Piero Fassino."Sosteniamo la posizione assunta dal Governo e dal Presidente Gentiloni e ogni iniziativa intrapresa dall'Unione Europea e dall'Onu", aggiungono.

"Attacco in Siria fuori dalla legalità internazionale in assenza di un pronunciamento dell'ONU sui presunti attacchi chimici. Evidentemente i disastri causati in Libia non hanno insegnato nulla. L'Italia non assecondi questa pericolosa deriva". È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

 

Ultima modifica il Sabato, 14 Aprile 2018 18:29

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