Il brano racconta la storia di una giornata di 24 ore, fatta di impegni e difficoltà che occupano la nostra quotidianità, rendendo vano il tentativo di ricerca felicità. Spesso quest’ultima viene cercata negli avvenimenti, negli occhi delle persone e nella approvazione delle stesse, quando andrebbe ricercata interiormente, poiché, solo cambiando punto di vista, prende vita il lato dell’oggettività che teniamo nascosto.
È una cantata d’amore, in cui il tempo riesce a fermare ogni posto, ogni storia, ogni respiro, fino a quando la nostalgia trova il modo di "sporcare" il racconto, generando quel senso di colpa tipico di una carezza non voluta: si scatena un temporale interiore fatto di fulmini, il cui suono grave è talmente lontano da essere quasi piacevole. Un moto circolare abbraccia sonorità pop anni ’80 a sonorità synthwave, con una forza centripeta che unisce la confusione a una piacevole passione, non lasciando spazio per esprimere una giornata di 24 ore.
Come quei fulmini - così 24 Ore - che da piccoli ci spaventavano tanto da essere stretti in un forte abbraccio, mentre adesso che siamo grandi come delle città crediamo di esserne immuni, ma forse ne avremmo ancora bisogno.