Le "sfide" che l'economia europea ha davanti, continua il banchiere centrale, sono molteplici e riguardano "il contesto globale, la situazione del sistema finanziario, le politiche economiche e fiscali degli Stati membri e l'incertezza politica che circonda il progetto europeo". Le prospettive di crescita, nota Draghi, "stanno lentamente migliorando nelle economie avanzate, ma le prospettive nei mercati emergenti sono più deboli. Complessivamente, la crescita è bassa rispetto agli standard storici. In più i mercati emergenti fronteggiano rischi economici e finanziari: alcuni soffrono a causa di impedimenti strutturali e di sbilanciamenti macroeconomici, altri devono adattarsi a prezzi delle materie prime più bassi. Questi Paesi rimangono vulnerabili a cambiamenti improvvisi nel sentiment dei mercati, che potrebbero peggiorare le condizioni di finanziamento". "Inflazione area euro più debole delle attese" - - Le dinamiche dell'inflazione nell'eurozona "sono sensibilmente più deboli di quanto ci aspettavamo in dicembre", sottolinea Draghi. "Mentre l'ultima ondata di disinflazione (rallentamento del tasso di inflazione, ndr) - afferma - è dovuta principalmente alla nuova forte caduta dei prezzi del petrolio, una crescita più debole delle attese, insieme al calo delle aspettative sull'inflazione, richiede un'attenta analisi dei canali attraverso i quali le sorprese sull'inflazione sono in grado di influenzare i prezzi futuri e la fissazione dei salari nelle nostre economie". adnkronos
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