Vertice di maggioranza a Palazzo Chigi con Meloni, Tajani, Salvini, Lupi e Giorgetti: "Confermare quanto di buono è stato fatto e verificare cosa di nuovo può essere attuato" Vertice di maggioranza, oggi, sulla manovra. Nel pranzo di lavoro a Palazzo Chigi fra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti "è stata ribadita la volontà di proseguire nel solco di una politica di bilancio seria ed equilibrata, concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate (famiglie, imprese, giovani e natalità), mettendo definitivamente la parola fine alla stagione dei bonus che hanno dimostrato non produrre alcun risultato", riferisce Palazzo Chigi a termine del vertice. In particolare, viene spiegato, "gli esponenti di governo hanno fatto il punto sul Piano strutturale di medio termine, introdotto dalla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea entro il 20 settembre prossimo, e sulla Legge di Bilancio per il 2025. Il ministro Giorgetti ha illustrato ai leader del centrodestra la situazione dei conti pubblici ad oggi e le nuove procedure di bilancio alla luce del nuovo Patto europeo". Si legge su Adnkronos.
Bonus prima casa 2025, si attendono novità: le ipotesi
Dalle agevolazioni fiscali sull’acquisto dell’abitazione principale, fino alle misure volte a favorire l’accesso ai mutui, sarà centrale monitorare la messa a punto della prossima Manovra di bilancio. Sebbene infatti il bonus prima casa sia una misura strutturale, negli ultimi anni le agevolazioni sono state potenziate in favore dei più giovani. Stessa situazione anche per le misure che puntano a garantire l’accesso ai mutui da parte delle categorie più svantaggiate e delle famiglie numerose: la scadenza è fissata al 31 dicembre 2024.
Bonus prima casa 2025: cosa può cambiare
Chi acquista la prima casa beneficia di un regime fiscale di vantaggio, per effetto della riduzione dell’imposta di registro, nonché dell’IVA in caso di acquisto da imprese. In particolare, l’imposta di registro si applica nella misura del 2%, in luogo dell’aliquota del 9%, mentre le imposte ipotecarie e catastali si applicano nella misura fissa di 50 euro cadauna. Per gli acquisti da imprese, l’IVA è del 4% invece del 10%, e le imposte di registro, ipotecarie e catastali si applicano nella misura di 200 euro. Il bonus prima casa, è bene specificarlo, è un’agevolazione permanente e per la quale non sono necessarie proroghe annuali. Così non è invece per l’agevolazione più vantaggiosa introdotta per gli under 36 con ISEE fino a 40.000 euro, per i quali dal 26 maggio 2021 e fino al 31 dicembre 2023 è stata prevista l’esenzione integrale dal versamento delle imposte sull’acquisto della prima casa e, in parallelo, un credito d’imposta pari all’IVA eventualmente corrisposta in sede di compravendita. Il bonus prima casa under 36, introdotto dal decreto Sostegni bis, può essere fruito per gli atti stipulati fino al 31 dicembre 2024, a patto che entro il 31 dicembre 2023 sia stato sottoscritto e registrato un contratto preliminare. Siamo quindi alle battute finali di un’agevolazione per la quale al momento non si intravedono novità, ma attendere l’avvio dell’iter di messa a punto della Legge di Bilancio 2025 resta centrale. Bonus prima casa, in scadenza il 31 dicembre 2024 anche l’agevolazione per i mutui Occhi puntati sulla data del 31 dicembre 2024 anche in relazione ad un secondo filone di agevolazioni per l’acquisto della prima casa. Si tratta del Fondo Consap, che per i giovani under 36 con ISEE fino a 40.000 euro e per ulteriori categorie definite prioritarie, consente di beneficiare della garanzia statale pari all’80 per cento, in caso di acquisto di immobili fino a 250.000 euro.
La garanzia pubblica sale ulteriormente per le famiglie numerose. La Legge di Bilancio 2024 ha previsto infatti un sistema per scaglioni, così strutturato: ●famiglie con tre figli di età inferiore a 21 anni e ISEE fino a 40.000 euro: 80%; ●famiglie con quattro figli di età inferiore a 21 anni e ISEE fino a 45.000 euro: 85%; ●famiglie con cinque o più figli di età inferiore a 21 anni e ISEE fino a 50.000 euro: 90%.
Anche su questo fronte al momento non si intravedono novità per il prossimo anno. Nei dossier già aperti sulle misure da inserire nella Legge di Bilancio 2025 non sembra aver trovato spazio una discussione ad hoc sul sostegno per l’accesso ai mutui, anche se è stata confermata dal Governo la volontà di continuare ad agevolare le famiglie con più figli.
Quel che è chiaro è, in ogni caso, che la Manovra che il Governo si appresta a preparare dovrà fare i conti con una dotazione economica limitata e in buona parte destinata a rifinanziare le misure fiscali introdotte per l’anno in corso, dalla nuova IRPEF al taglio del cuneo contributivo.
Il destino del bonus prima casa nel 2025, nelle sue diverse declinazioni, è ancora tutto da scrivere.
Pensioni per statali a 70 anni, la proposta di Zangrillo
Misura al vaglio del governo: possibile inserimento in Legge di Bilancio
Statali in pensione a 70 anni su base volontaria. E' l'ipotesi che prospetta il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo. In un'intervista al Corriere spiega di avere ""proposto un 10%" di percentuale possibile di adesioni. "Nel costruire il piano di Bilancio di medio termine settennale, da inserire nella prossima legge di Bilancio, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti stiamo ragionando di approfondire l’opportunità di trattenimento fino a 3 anni in più...per le amministrazioni, anche quelle decentrate, che considerano una leva gestionale importante la possibilità di trattenere al lavoro fino a 70 anni (nel caso di pensionamento a 67) un numero di dipendenti in percentuale sul turnover. Su base volontaria", afferma. "Nel 2023 abbiamo assunto 173 mila persone. Faremo altrettanto nel 2024 e nel 2025. E continueremo ad assumere, perché da qui al 2030 la PA perderà quasi un milione di persone, che andranno in pensione, dopo il calo di 300 mila dipendenti, che non sono stati sostituiti a causa del blocco del turnover dal 2010 al 2020", aggiunge. Sul tema, già sabato, si è espressa la segretaria del Pd, Elly Schlein. "Si è cominciato a parlare della volontà della maggioranza di aumentare l’età pensionabile della pubblica amministrazione. Noi naturalmente ci apporremo", ha detto. "L'altro problema che vedremo sulla manovra - ha aggiunto - è che pare vogliano intervenire per tagliare l’indicizzazione all’inflazione delle pensioni e fare di nuovo cassa sui pensionati. Anche su questo vigileremo e daremo battaglia"