Componimenti culinari, dedicate a FIGE che hanno funzione di divertimento, così presenta Ugo Achille Iezzi, giornalista e scrittore, chiosando: "per chi come me è uno scingiatore con velleità erotiche".
L'esperto di culinaria dichiara: "queste poesiole propagandano buoni propositi di leggerezza. E si presentano, marcando un ritmo tribale aggiustato e sincopato in sordina, perchè la poesia, come la pappa per i bambini, è essenzialmente teatralità. Ebbene sì, questa raccolta di letteratura estrema, di poesia a mani nude, di odi con cintura nera di non-sense, anticipa il mio nuovo impegno con la vita, che comunque vada non sarà né vincente, né perdente, né tantomeno pareggiante, bensì combattente."
Gli piace definirsi anarchico e oltre: “annarchico”.
"Sarò, come sono stato da ragazzo componente di una band del Villaggio Celdit, un rumorista, anzi r/umorista. Ovvero un umorista con la” r”, che comunica con le mani, con i piedi, con il naso, eccetera eccetera e quindi uno che produce e diffonde suoni, sonetti, trilli, ammiccamenti, nonché grandi cenni, ovvero “cennoni”. Da piccolo, da “scacazzelle”, nel quartiere operaio della cartiera più bella del mondo, è partita la mia missione di “barbaro del ritmo”. Una sorta di Benny Morè latino-marrucino."
Racconta: "Ebbene sì, dopo la “cetelanza” nel canterino Villaggio della Fabbrica di Papà, guarda caso, sono andato per un breve periodo di studio sulla rivoluzione castrista e sull’astrologia gastrista (sono in effetti un gastro-ribelle) all’Avana, dove ho inventato, grazie ad una stellare santeria del posto, il Lunario. Grazie a questo almanacco global-local ho girato il mondo. E dopo aver sbancato le edicole della Ciudad de La Habana e della città di New York con il mio calendario, sono tornato nella città d’Achille e ho fatto, nell’or- dine, l’aforista, il trapezista, il sindacalista, il giornalista. Sono uno scingiatore al 100X100 e il mio riferimento è il cantore della libertà, l’anarchico Pietro Gori, l’autore, tra l’altro, di “Addio Lugano bella”. La mia, difatti, è un’anarchia intesa come libertà di comportamento, di pensiero, di 4 espressione, di parola, e soprattutto di gesti."
Annuncia: "Ma dal prossimo anno si cambia. Nel 2025 farò il “cennista”. Mi occuperò esclusivamente di grandi cenni libertari. Con il motto: “Datemi un punto qualsiasi di appoggio e vi accennerò di tutto e di più, anche nell’ambito dei campionati mondiali di scopone scientifico e di Cicco Paolo”.
A questo punto, sono convinto che qualcuno mi chiederà che cosa è un “cennone”? E come si fa, praticamente, a confezionarlo? Ecco allora la mia ricetta base del “cennone”.
"Prendete una casseruola di articoli freschi, tre nomi di persona, un verbo, un complemento, cinque grammi di aggettivi ballerini e un bicchiere, mezzo vuoto e mezzo pieno, mi raccomando, di avverbi. Agitate con le mani, con i piedi, con il naso, eccetera eccetera e aggiungete un po’ di punteggiatura quanto basta. Inserite poi varie pause. Tagliate quindi alla sanfason il composto e fate cuocere il tutto in una pentola a pressione e, a seguire, a trabocchetto. La mappazza deve traboccare di follia, di pura follia. A questo punto aggiungete un pizzico di metafore al peperoncino, un tragno di parolacce sciollà-scioquà, e mi raccomando per il finale tenete sempre a mente il pensiero patafisico, quello cioè delle soluzioni immaginarie. Eccoci pronti per buttare il tutto su chi ci capita. Decantate, gesticolate, rumoreggiate, sbraitate pure. Godetevi l’effetto che fa."
Unica raccomandazione: "pubblicate i “cennoni” solo se il destino vi accenna qualcosa. Con il mangiucchiare il cennone però viene che è una favola."
Ed ecco una lirica mangereccia firmata Iezzi.
Accademia dei Maccheroni alla Chitarra Abruzzese
Il Canto dell’Accademia alla Chitarra
ODE ALLA CHITARRINA
Oh acchiappante chitarrina
Rossa, calda e piccantina
L’Accademia canta e danza
Col cucchiaio e con la … panza
Questa sera a “Pomodoro”
Festeggiamo tutti in coro
Il Buscese col cinghiale
Che del gusto è Baccanale
S’apparecchian le pupille
Monta il sugo e fa scintille
È un crescendo di medaglie
Questo abbirrutar battaglie
Ma nessun dirà: mo’ basta!
Al Chessemagne della Pasta
Anzi, avremo volontari
Per l’inguacchio d alamari
E l’Umberto si fa duce
Per galvanizzar in nuce
Una brigata stra-comunale
Che s’infiamma al su’ segnale
Sì, siam pronti all’abbuffata
Sei la nostra Traviata
Viva Verdi, il Belpaese
E le Vispe assai… Terese
Or si tace la favella
Per strusciare la tiella
Tu sei un dono di natura
Grazie a te l’amore dura
E a Passepartout? Il segno
Per l’impegno d’esser degno
Del Suprem Comandamento:
Magna, godi e sii contento!
Ugo Achille Iezzi
Il poetastro dei cennoni
Ristorante Pomodoro
Chieti, 19 giugno 2013