Andrea Leombruni, macellaio di San Benedetto dei Marsi, ha ammesso di aver ucciso l'orsa Amarena, un animale simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si legge in una nota di LEAL.
Il delitto è avvenuto nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre 2023, quando Leombruni ha sparato all'orsa che con i suoi due cuccioli, che si trovava nel suo cortile. Le indagini hanno rivelato che l'orsa non rappresentava un pericolo al momento dello sparo e che Leombruni aveva utilizzato munizioni artigianali progettate per infliggere il massimo danno. La Procura di Avezzano ha subito formalizzato le accuse contro Leombruni “per uccisione di animali aggravata da crudeltà e esplosioni pericolose”. La pena prevista potrebbe essere di circa due anni di reclusione e una multa, ma il processo si svolgerà in forma ordinaria e non abbreviata, come richiesto dall'imputato In aggiunta al procedimento penale, Leombruni dovrà affrontare anche una costituzione di parte civile da parte di LEAL e altre Associazioni animaliste. Gian Marco Prampolini, presidente LEAL, ha espresso la speranza che venga applicata una pena detentiva per il reato commesso e anticipa che LEAL utilizzerà gli eventuali fondi ottenuti per supportare la conservazione degli orsi e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla protezione della fauna selvatica.
“La morte di Amarena – sottolinea Gian Marco Prampolini - ha addolorato cittadini volontari e attivisti per la sua violenza, efferatezza e crudeltà aggravata dalla presenza di due cuccioli orfani e disperati. La scomparsa di Amarena, orsa femmina in età riproduttiva ha anche sollevato una grande preoccupazione per la conservazione della specie, dato che gli orsi marsicani sono già in pericolo di estinzione, con una popolazione che conta 50/60 individui”. LEAL ricorda che l'art. 452bis del Codice penale punisce comportamenti che compromettono significativamente l'ecosistema.