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Lunedì, 23 Dicembre 2019 19:56

Panettone, leggende e storia sul dolce di Natale

Le origini del panettone sono ammantate da storie e leggende, più o meno romantiche, che non tradiscono l'antropologia milanese, come quella di Messer Ughetto degli Atellani, falconiere innamorato di Algisa, figlia del fornaio, che per conquistarla si fece assumere a bottega come garzone dal padre e creò un nuovo dolce con farina, uova, burro, miele e uva sultanina. Grande successo economico e d'amore, gli innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.

 

Alcuni fanno risalire le origini del Panettone ad uno sguattero che lavorava nella cucina di Ludovico il Moro. Quando si bruciò il dolce del pranzo di Natale fu appunto Toni a suggerire al cuoco di rimediare con un manicotto da lui cucinato con gli avanzi di cucina. Così lo sguattero salvò il pranzo dei nobili e anche il cuoco che esclamò: “L'è 'l pan del Toni”, poi divenuto il panettone.

Le origini sono meno teatrali e più ecumeniche, legate a un'antica consuetudine medioevale, come tutte quelle italiane, del resto. A Natale la famiglia si riuniva intorno al focolare attendendo che il pater familias spezzasse "un pane grande" e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di comunione. Un particolare storico successivo al Medioevo è molto interessante: ai fornai di Milano fu vietato impastare il pane dei ricchi e dei nobili, quello bianco, come imponevano gli antichi statuti delle corporazioni, con un'unica eccezione: il giorno di Natale. Aristocratici e plebei potevano consumare, il 25 dicembre, lo stesso pane, regalato, manco a pagarlo, dai fornai ai loro clienti. Insomma il panettone si rivela il primo dolce democratico e testimonia che le pari opportunità furono offerte per prime dai fornai.

Il Pan di scior o pan de ton, è il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, miele e zibibbo.

Fu la Repubblica Cisalpina, quella di Napoleone, a sostenere l'attività degli artigiani e dei commercianti milanesi favorendo l'apertura dei forni e durante l'occupazione austriaca, il panettone diventò l'insostituibile protagonista di un'annuale abitudine: il governatore di Milano, Ficquelmont, era solito offrirlo al principe Metternich come dono personale.

Una curiosità è il panettone di San Biagio, usanza milanese, che vuole sia conservato un pezzo di panettone del pranzo di Natale fino al 3 febbraio, come gesto propiziatorio contro i mali della gola e raffreddori, secondo il detto milanese "San Bias el benediss la gola e el nas (San Biagio benedice la gola e il naso)".

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