Una mostra dedicata alla città di Montesilvano, alla sua gente, ai personaggi, le squadre di calcio, arte e mestieri, in una parola, la Montesilvanesità. Racchiusa nelle foto custodite negli album di chi da sempre ha vissuto nel piccolo paese ormai diventato una città di 60mila abitanti, l'identità smarrita è balzata fuori tumultuosamente.
Dalla collaborazione di Sergio Agostinone con Renato Petra e Amare Montesilvano, è nata la mostra fotografica dell'estate che sottolinea l'identità montesilvanese, sconosciuta e trascurata, pertanto, sempre negata. Dalle ricerche dell'ex comandante dei vigili urbani è venuto alla luce lo spirito di Montesilvano, molto più vivo di quello che si immaginava; i cittadini, rivedendo quegli attimi di vita catturati in vecchie foto, hanno ricordato di essere stati uniti nelle esperienze, nella propria storia, nei piccoli gesti e nei valori. Sì, insomma di solito il compito di ricordare questo spetta alla cultura, latitante, forse, in città, priva di un museo civico, un teatro, soprattutto incapace di conseguire l'abitudine della piazza e dello struscio.
Tra gli avventori anche Renzo Gallerati in bicicletta alla mostra. “Una volta eravamo sempre per strada, in piazza, a giocare, a parlare,- dice l'ex sindaco di Montesilvano - i montesilvanesi devono uscire di casa e incontrarsi.” E propone “portiamo i computer in strada così attiriamo le persone”.
Sergio Agostinone ha rimesso, con la sua mostra la palla al centro dopo un bel goal, dimostrando che l'identità c'è, eccome se c'è!
Ieri sera anche il vignettista internazionale, pluripremiato, Marco D'Agostino ( foto) con la sua compagna Angela Di Giannatonio, hanno voluto vedere le foto della mostra in esposizione sotto i portici di Corso Strasburgo. “ Non potevo mancare – ha detto – lui è il mio Comandante”.