La sconfitta di Vercelli lacera ogni speranza di futura tranquillità, la salvezza sarà giocata sino all’ultima giornata. Il nuovo Pescara di mister Pillon si trova a combattere battaglie non sue, inattese, per questo complesse e pericolose. Questa preoccupante coda di stagione palesa chiari errori gestionali, parzialmente – e tardivamente – tamponati con l’ultimo cambio di guida tecnica. Restano i rimpianti di una stagione sbagliata, nata diversa perché improvvisata. Ah se si fosse preso prima Pillon! Ah se non si fosse esonerato Zeman! Queste ed altre domande, in caso di retrocessione, si andrebbero ad innestare per sempre nelle memorie biancazzurre, risuonando sinistre in occhi spenti di serie C.
Intanto c’è il campo, giudice ultimo di rara crudezza. Campagnaro, a detta del mister, dovrebbe aver chiuso qui la sua stagione. Sarà una perdita sensibile, da anni il Pescara ha due volti: con Campagnaro e senza Campagnaro. Con Bovo ancora ai box (solo 8 le presenze stagionali, nessuna nel 2018), la difesa sarà affidata – a turno – a Fornasier, Perrotta e Coda, con quest’ultimo sempre in bilico dal punto di vista fisico. In conferenza, il mister torna sull’espulsione di Crescenzi a Vercelli: “Crescenzi si è reso conto subito della stupidaggine che ha fatto, inutile stare qui a rimarcare il tutto”. E ancora: “Purtroppo ci ha penalizzati molto perché alla fine, quando abbiamo preso i due gol, eravamo esausti. Fino al punteggio di parità avevamo gestito bene. Non mi è piaciuta l'ultima parte però la prestazione per me resta buona”. Vero, la prestazione è stata più che buona. La squadra ha creato occasioni anche in 10 uomini, palleggiando bene e con qualità, anche nella metà campo avversaria. L’ingenuo rosso di Crescenzi più una sbandata difensiva hanno deciso l’esito della gara. La rosa biancazzurra, piena di contraddizioni e difetti di costruzione, è comunque superiore rispetto alle altre in lotta per la salvezza. Il rientro di Falco garantisce un buon tasso tecnico alla squadra, dovrà essere la vera differenza biancazzurra. Prosegue Pillon: “Noi dobbiamo andare in campo con le nostre convinzioni cercando di migliorare quelle cose che ci hanno fatto subire gol. Servono concentrazione, attenzione e pazienza. Spero nell'aiuto del pubblico, con il Bari ci ha spinto molto e siamo riusciti a riprendere una partita persa”. A domanda, poi, su un possibile cambio di modulo, risponde così: “Ci ho pensato ma alla fine cambiare può creare confusione visto che c'è poco tempo per fare esperimenti. L'importante è l'approccio, non dobbiamo avere timore perché le qualità le abbiamo”. Ci sentiamo in accordo. Sebbene abbiamo più volte sostenuto l’opportunità di una difesa a tre, le defezioni di Campagnaro e Bovo cambiano lo scenario, inoltre è giusto e logico non stravolgere certezze.
I risultati maturati nel pomeriggio gettano virtualmente il Pescara nei playout, mentre allontanano lo Spezia dalle prime otto posizioni. È naturale immaginare che per la squadra ligure non sarà la partita della vita, tuttavia è ancora presto perché si speri in un fisiologico rilassamento. Il tecnico Gallo dovrà rinunciare a Mora (squalificato), Gilardino, Mastinu e Capelli, mentre rientrano i difensori centrali Terzi e Giani. Recuperato anche Palladino che tuttavia non sarà nell’undici iniziale. Confermato il modulo 4-3-1-2, con De Francesco alle spalle di Marilungo e Granoche.
Probabili formazioni:
Pescara (4-3-3): Fiorillo; Mazzotta, Perrotta, Coda, Balzano; Machin, Brugman, Valzania; Capone, Pettinari, Falco. Allenatore: Pillon
Spezia (4-3-1-2): Manfredini; Lopez, Ceccaroni, Masi, De Col; Ammari, Juande, Pessina; De Francesco; Marilungo, Granoche. Allenatore: Gallo